I cartelli con il prezzo medio del carburante non stanno funzionando
Sono obbligatori da una settimana: c'è stata un po' di disorganizzazione, e nel frattempo la benzina è aumentata
Dal primo agosto i benzinai sono obbligati a esporre il prezzo medio dei carburanti su cartelli posizionati accanto al prezzo di vendita che propongono: è una misura pensata dal governo per contrastare le speculazioni da parte dei distributori di benzina e per aumentarne la trasparenza, ma a più di una settimana dalla sua entrata in vigore è piuttosto evidente che non stia funzionando nell’evitare rincari. Anzi, sta creando diversi disagi ai benzinai per via della scarsa organizzazione con cui è stata introdotta.
La regola sull’esposizione del prezzo medio era stata inserita lo scorso gennaio in un decreto-legge dopo varie polemiche per gli aumenti dei prezzi della benzina: il governo di Giorgia Meloni li aveva attribuiti soprattutto alle speculazioni dei benzinai, nonostante fossero dovuti principalmente alla rimozione totale dello sconto sulle accise introdotto dal precedente governo. Queste premesse spiegano l’introduzione di una misura che nelle intenzioni avrebbe dovuto aumentare la trasparenza e tenere i prezzi più bassi. In base alla norma i gestori dei distributori sulle autostrade devono esporre il prezzo medio nazionale, mentre tutti gli altri quello regionale. I dati vengono forniti ogni giorno dal ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Martedì Fegica, una delle principali associazioni di categoria dei gestori di distributori di benzina, ha fatto notare che dall’inizio di agosto i prezzi del carburante sono aumentati, invece di diminuire: per il gasolio in media di 0,036 euro al litro sulla rete autostradale e di 0,041 su tutte le altre strade, per la benzina di 0,017 euro al litro su tutta la rete, secondo i dati raccolti dal sindacato. Non sono aumenti particolarmente significativi o su cui è possibile fare delle analisi, ma secondo il presidente di Fegica, Roberto Di Vincenzo, mostrerebbero che sul prezzo della benzina incidono molti fattori indipendenti da eventuali speculazioni di singoli benzinai, come l’andamento dei mercati internazionali. Dati simili sono stati segnalati anche dalle altre associazioni del settore.
L’assenza di responsabilità dei gestori dei distributori di benzina sembra essere sostenuta anche da Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy che è competente sulla questione. In un’intervista alla Stampa, mercoledì mattina Urso ha detto che «il problema non riguarda i gestori, che stanno applicando margini minimi». Secondo il ministro «la marginalità maggiore viene applicata dalle società di raffinazione, cui abbiamo già chiesto spiegazioni». Se come dice Urso l’aumento dei prezzi è dovuto alle aziende di raffinazione, cioè quelle che trattano il petrolio greggio per trasformarlo nel carburante commerciale venduto dai benzinai, allora non è ben chiaro perché il governo ritenga utile esporre i cartelli con i prezzi medi fuori dai distributori. Urso di questo non ha parlato, ma ha aggiunto che «per riassumere, non c’è un allarme».
Sull’introduzione dei cartelli con i prezzi medi erano già state espresse diverse perplessità anche negli scorsi mesi. A gennaio in un’audizione alla Camera dei deputati Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (più spesso chiamata Antitrust), aveva dato un parere tecnico in cui sosteneva non ci fosse bisogno della misura. Rustichelli aveva anzi avvertito che la novità avrebbe potuto confondere i consumatori e ridurre «la variabilità di prezzo» tra i benzinai, disincentivando la concorrenza.
In questa prima settimana di esposizione dei cartelli sembra inoltre che non ci sia stata sufficiente organizzazione da parte dal ministero, con conseguenti disagi: in questo mese ci sono per esempio moltissimi gestori in ferie che lasciano il proprio distributore in modalità self service. Negli ultimi giorni quindi in molti distributori non è stato possibile esporre i cartelli. Secondo la Figisc, un altro sindacato di categoria, diversi benzinai in queste condizioni avrebbero già ricevuto multe per la mancata esposizione dei cartelli.