Cenare da soli a Barcellona può essere un problema
Nelle zone molto frequentate alcuni locali non accettano le persone sole per fare spazio ai gruppi e guadagnare di più, racconta El País
I residenti di Barcellona hanno notato che da qualche tempo certi bar e ristoranti nelle aree molto frequentate della città rifiutano di servire le persone sole, anche se hanno tavoli liberi a disposizione. Come ha raccontato di recente El País, in quartieri come Poble Sec o Eixample può capitare che i clienti soli vengano respinti o fatti allontanare dai camerieri con qualche scusa, probabilmente per far accomodare al loro posto coppie di turisti o gruppi più numerosi e poter guadagnare di più: è una tendenza che fa parte di una serie di adattamenti cominciati con la ripresa dalla pandemia da coronavirus e che sta cominciando a creare qualche fastidio.
El País per esempio racconta quello che è successo a un abitante di Barcellona identificato come Eudald E. che voleva cenare nel carrer de Blai, una via con moltissimi bar, ristoranti e locali con dehors nel Poble Sec. Eudald E. cercava «il primo posto a caso» dove poter leggere e mangiare qualcosa: di fatto però è stato respinto da tre locali. Nel primo un cameriere gli aveva detto che il tavolo in cui si era seduto era riservato, ma subito dopo che si era alzato aveva fatto sedere un gruppo di turisti; nel secondo gli era stato detto che avrebbe potuto occupare il posto solo per venti minuti. Nel terzo gli avevano detto più esplicitamente che il locale era riservato solo a gruppi.
Un’altra residente, identificata come Anna T., ha raccontato al País di essere stata respinta in varie occasioni da un bar dell’Eixample, sempre perché era sola, e anche se c’erano tavoli liberi. Anna T. ha detto di essersi lamentata con gli addetti del locale contro quello che aveva definito un gesto di «capitalismo spregiudicato», chiedendo quanto fosse il minimo che doveva pagare per poter stare nel locale: loro si erano difesi rispondendo che non era per quello, e che semplicemente non poteva sedersi da sola, dice.
Secondo i media che hanno seguito la vicenda, il motivo è puramente economico: nei ristoranti i gruppi di persone spendono più di una persona sola, e inoltre tendenzialmente i turisti sono disposti a spendere di più delle persone del posto. Per descrivere la situazione sia il País che altri giornali spagnoli hanno usato l’espressione “solomangarefobia”, la “paura” di mangiare da soli: non tanto per via della solitudine, quanto per il timore di essere rimbalzati.
Il fatto di preferire i gruppi di persone a persone sole si inserisce in una serie di cambiamenti introdotti con la ripresa del turismo di massa in città, in particolare dal 2022. Intanto per attirare i turisti molti ristoranti hanno esteso gli orari del servizio di cucina anche al di fuori di quelli in cui di solito si pranza e cena in città (più o meno dalle 13:30 alle 15:30 e dalle 20:30 alle 22:30); alcuni invece non permettono più di sedersi solo per bere qualcosa, a meno che non si ordini anche da mangiare. Altri ancora non permettono di sedersi per consumazioni veloci dopo mezzogiorno.
Queste tendenze sono state osservate e criticate anche sui social network e dai residenti. Patrick Urbano, professore di tv e comunicazione all’Università Aperta della Catalogna, ha per esempio notato come il tempo massimo concesso per stare seduti in un bar della città sia di soli 45 minuti; la giornalista Noemí Vilaseca invece ha raccontato di non essersi potuta sedere in un locale per bere un caffè anche se erano le 16: «È già l’ora dell’aperitivo», le avevano risposto. Alcune associazioni di residenti hanno chiesto al Comune di Barcellona di intervenire per limitare questi casi.
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