L’uomo che aveva quasi trovato un modo per vincere alla lotteria
Con migliaia di finanziatori, una rete logistica e un po' di fortuna, un ex impiegato romeno ottenne grandi profitti nei primi anni Novanta
Il pomeriggio del 15 febbraio 1992 i funzionari della lotteria di stato della Virginia, negli Stati Uniti, annunciarono in televisione la combinazione di numeri del biglietto vincente. Da diverse settimane nessuno riusciva ad azzeccarli tutti e sei, e il jackpot era salito a oltre 27 milioni di dollari (circa 55 milioni di euro nel 2023, considerando cambio e inflazione). Dopo pochi giorni emerse che a vincere non soltanto il jackpot da 27 milioni ma anche sei secondi premi, 132 terzi premi e 135mila altri premi minori, era stato un unico gruppo di investimento australiano.
A capo di quel gruppo c’era un ex impiegato di origini romene, appassionato di matematica ed economia, residente in Australia da alcuni anni: Stefan Mandel. Dopo essersi fatto una reputazione da vincitore seriale di lotterie era riuscito a coinvolgere migliaia di investitori internazionali, faccendieri e spedizionieri in un imponente, complicato e onerosissimo tentativo di vincere legalmente la lotteria della Virginia, le cui caratteristiche contingenti si prestavano a suo dire a quel tipo di operazione. Le cose non andarono proprio come previsto, ma il gruppo vinse lo stesso, permettendo a Mandel di ottenere la più cospicua parte dei profitti e una fugace notorietà.
Sebbene le lotterie siano oggi perlopiù regolamentate e gestite in modo diverso da trent’anni fa, la storia di Mandel riemerge ancora ogni tanto quando i jackpot delle lotterie diventano molto consistenti. Fu resa nota da un programma televisivo e una serie di articoli negli anni Novanta, e poi ripresa in tempi più recenti dal programma Planet Money dell’ente radiofonico statunitense NPR, i cui conduttori nel 2016 contattarono Mandel, che intanto si era trasferito a Vanuatu, un arcipelago nell’oceano Pacifico.
I dettagli relativi alla vita di Mandel prima del suo periodo di relativa notorietà sono piuttosto frammentari. Negli anni Sessanta era un impiegato in una società nel campo dell’industria mineraria, in Romania, in un periodo ricordato per le condizioni di estrema povertà della popolazione, durante il governo del dittatore Nicolae Ceauşescu. Lo stipendio mensile di Mandel era di circa 360 lei al mese: «sufficiente per un buon paio di scarpe», disse a Planet Money.
Per migliorare le sue condizioni e quelle della sua famiglia, Mandel cercò di sfruttare la sua preparazione in matematica e la sua passione per la teoria della probabilità per cercare un modo di aumentare le probabilità di vincere la lotteria nazionale rumena. Non trovò propriamente un metodo, ma riuscì a convincere tre amici che aumentando la quantità di biglietti acquistati sarebbero riusciti a “coprire” un numero di combinazioni della lotteria sufficiente a garantire loro almeno il secondo premio.
La specialità di Mandel erano le lotterie in cui ciascun giocatore punta a indovinare sei numeri estratti casualmente in un intervallo compreso tra 1 a 49: una tipologia molto popolare nel Nord America e in altri paesi, anche se in varianti differenti e con regole oggi diverse da quelle di qualche decennio fa. Se i sei numeri sul biglietto corrispondono a quelli estratti, indipendentemente dall’ordine di estrazione, il giocatore vince il jackpot. E la probabilità che questo accada, considerando che uno stesso numero non può essere estratto due volte, è 1 su 13.983.816. La probabilità di indovinare soltanto cinque numeri su sei è 1 su 54.201. Questo significa che per essere sicuri di indovinare la combinazione di sei cifre bisogna giocare 13.983.816 schedine, mentre per indovinarne almeno cinque è sufficiente giocarne 54.201.
Mandel calcolò per una particolare estrazione della lotteria romena la cifra che era necessario giocare per avere la certezza di vincere almeno il secondo premio, cioè indovinare almeno cinque dei sei numeri vincenti. Alla fine giocò insieme ai suoi amici molte meno combinazioni di quelle necessarie per avere quel tipo di certezza, ma con molta fortuna riuscirono ad azzeccare tutti e sei numeri e vincere il jackpot: molto più di quanto potessero matematicamente essere certi di ottenere.
Vinsero 72.783 lei: «più o meno l’equivalente di 18 anni di stipendio», disse Mandel, che con i soldi ricavati riuscì a lasciare la Romania. Continuò a occuparsi di lotterie, cercando di trovare un metodo per vincerle, e dopo aver trascorso quattro anni in giro per l’Europa si trasferì stabilmente in Australia. Non trovò mai alcun metodo, a parte l’unico modo noto per avere la certezza di vincere il jackpot: acquistare un biglietto della lotteria per ogni possibile combinazione di numeri.
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Ovviamente, come spiegò lo stesso Mandel nel 1994 al quotidiano di economia romeno Bursa, non tutte le lotterie potevano essere redditizie dal punto di vista del giocatore. Nella maggior parte dei casi, oggi come allora, l’ipotetico importo da spendere per giocare tutte le combinazioni possibili supera di molto il valore del premio.
Esiste poi un margine ineliminabile di imprevedibilità dato dal fatto che la vincita dipende dal numero di combinazioni vincenti e quindi dall’eventualità di una condivisione del premio con un altro vincitore. Molti degli enti che organizzano le lotterie e dei paesi in cui le lotterie esistono hanno inoltre da tempo introdotto leggi, regole e forme di tutela della salute dei giocatori che impediscono a un singolo giocatore di spendere più di una certa cifra.
Ai tempi in cui Mandel cercava di vincere le lotterie esistevano tuttavia in alcuni rari casi delle condizioni che rendevano teoricamente fattibili le giocate che aveva in mente, per quanto rischiose e difficili da realizzare, anche solo materialmente. In Australia si concentrò sulla ricerca di particolari lotterie ed estrazioni in cui il jackpot fosse almeno tre volte il costo per giocare tutte le combinazioni possibili di numeri: stabilì che era quello il margine necessario per permettergli di ottenere un profitto, al netto delle tasse.
L’approccio di Mandel poneva una serie di problemi: non solo era necessario disporre di un enorme capitale iniziale, ma serviva un modo per compilare in un tempo relativamente breve, tra un’estrazione e l’altra, centinaia di migliaia di schede da portare poi nelle ricevitorie per la convalida. Il problema dei soldi lo risolse convincendo centinaia di investitori a creare un fondo comune. E per le schede, dopo averle compilate a mano per anni, da metà degli anni Ottanta in poi cominciò a utilizzare stampanti e computer che tramite un algoritmo le precompilavano con ogni combinazione possibile.
Secondo quanto riferito da Mandel più volte nel corso degli anni il gruppo riuscì in totale a vincere in diverse lotterie in Australia alla fine degli anni Ottanta 12 jackpot, di cui uno da oltre un milione di dollari, e 400mila premi minori. Come ricostruito dal sito The Hustle nel 2018, il gruppo attirò l’attenzione del governo australiano, che a un certo punto cambiò la legge sulle lotterie per limitare la quantità di giocate accettate in ricevitoria per singolo giocatore e poi anche per singolo gruppo di giocatori.
Nel 1989 il gruppo di Mandel estese quindi oltre l’Australia la ricerca di lotterie che rispettassero le condizioni da lui considerate necessarie per realizzare profitti. E valutò in particolare sei diverse lotterie statunitensi, tra cui una del Massachusetts con un jackpot da 37 milioni di dollari e 9 milioni di combinazioni, e una dell’Arizona con un jackpot da 11 milioni di dollari e 5,1 milioni di combinazioni. Alla fine decise di tenere d’occhio una lotteria della Virginia, che presentava condizioni più favorevoli.
La lotteria della Virginia era nata da poco tempo, permetteva ai giocatori di acquistare biglietti in quantità illimitate e, alla fine del 1991, cominciò ad avere un jackpot molto alto dopo che per mesi nessuno aveva indovinato la combinazione vincente. Soprattutto era una tipologia abbastanza insolita, in cui occorreva indovinare sei numeri estratti casualmente in un intervallo tra 1 e 44, mentre in altri stati l’intervallo era più ampio. A conti fatti tutte le combinazioni possibili erano “soltanto” 7.059.052, e il gruppo di Mandel decise a dicembre di avviare le molte attività necessarie per partecipare a distanza, sperando che nessuno vincesse la lotteria nel frattempo.
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Collaborando con una compagnia di assicurazioni Mandel fondò un trust chiamato International Lotto Fund e convinse 2.560 persone a comprare una polizza decennale di assicurazione sulla vita, con un premio annuo di 4mila dollari. Utilizzò quei soldi per acquistare per ogni persona una quota di partecipazione alla lotteria della Virginia. Nel frattempo, in un magazzino a Melbourne, installò 30 computer e circa 12 stampanti laser, con 16 dipendenti assunti a tempo pieno per stampare milioni di biglietti precompilati con tutte le combinazioni possibili: un lavoro durato tre mesi.
Spese quindi 60mila dollari per spedire tutti i biglietti – circa una tonnellata di carta – negli Stati Uniti, dove altre persone incaricate avrebbero atteso un segnale per avviare il resto delle operazioni necessarie: la parte più complicata del piano. Il “metodo” di Mandel era infatti un’impresa prima di tutto logistica. Quando prima dell’estrazione di mercoledì 12 febbraio 1992 il jackpot della lotteria della Virginia raggiunse 15,5 milioni di dollari Mandel lo considerò sufficiente per rendere l’operazione finanziariamente sensata, considerando tasse, spese generali e pagamento degli investitori. L’estrazione successiva sarebbe stata sabato: avevano tre giorni di tempo.
La lotteria permetteva di stampare a casa i biglietti e portarli presso un qualsiasi rivenditore autorizzato negli Stati Uniti, in modo che la giocata venisse convalidata. Ma presentarsi in una stazione di servizio con un camion carico di un milione di biglietti e di contanti, per esempio, era infattibile. Mandel prese quindi accordi con una società di contabilità per trasferire 9 milioni di dollari, cioè la maggior parte del fondo degli investitori, su una banca di Boston, che li convertì in assegni circolari da 10mila dollari ciascuno.
Tramite il lavoro di coordinamento di un suo collaboratore di fiducia originario dell’Illinois, si accordò poi con alcune catene di vendita al dettaglio nello stato della Virginia per acquistare grandi quantità di biglietti. Ogni biglietto poteva contenere fino a 5 combinazioni, a un dollaro a combinazione. Il 12 febbraio il collaboratore di Mandel si incontrò in un ampio edificio commerciale a Norfolk con 35 corrieri assunti da Mandel, ai quali distribuì tutti i biglietti suddivisi in pacchi da 10mila e tutti i soldi in pile di assegni da 10mila dollari.
I corrieri girarono per due giorni di fila chiedendo ai commessi sconcertati di oltre cento stazioni di rifornimento e supermercati di registrare centinaia di migliaia di biglietti della lotteria. «Pensavamo fossero matti», disse il capo di una catena di stazioni di rifornimento. Ma nella giornata di sabato una delle catene di vendita fu sopraffatta dagli ordini e lasciò i corrieri di Mandel con circa 140mila biglietti invenduti, per un totale di circa 700mila combinazioni “scoperte”. Quando le vendite furono chiuse, su 7.059.052 possibili combinazioni solo 6,4 milioni circa erano state giocate dal gruppo.
Al rischio di non vincere la lotteria nonostante la quantità sconcertante di biglietti acquistati c’era inoltre da aggiungere il rischio ineliminabile legato alla possibilità che ci fossero più vincitori, cosa che avrebbe ovviamente ridotto l’importo complessivo di un’eventuale vincita. Nella tarda serata di sabato 15 febbraio l’estrazione avvenne in diretta televisiva: la combinazione di numeri estratti era tra quelle giocate dal gruppo di Mandel, che vinse un jackpot da 27.036.142 dollari e premi secondari per un valore di altri 900mila dollari.
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Nonostante non ci fosse niente di formalmente illegale secondo le leggi degli Stati Uniti e dello stato della Virginia, la vincita del gruppo fu considerata dagli organizzatori della lotteria un imbroglio. Il direttore Ken Thorson disse al Washington Post che il gruppo aveva in un certo senso tradito lo spirito del gioco, «un’opportunità per l’uomo comune di spendere una piccola somma per la possibilità di un premio maggiore». Una successiva indagine internazionale, che coinvolse diverse agenzie tra cui la CIA, l’FBI e l’Australian Securities Commission, non ritenne Mandel e gli investitori colpevoli di alcun reato.
Alla fine ciascuno degli investitori che aveva partecipato alla lotteria della Virginia ottenne circa 1.400 dollari di vincita rispetto all’investimento di 4mila dollari nella polizza di assicurazione sulla vita. Alcuni non la presero benissimo, scrisse The Hustle, anche perché Mandel tenne per sé una somma di 1,7 milioni di dollari a titolo di ricompensa per la consulenza.
Dopo una serie di investimenti falliti Mandel si trasferì in un’isola dell’arcipelago di Vanuatu, al largo della costa orientale dell’Australia, nel sud dell’Oceano Pacifico. Replicare la sua strategia – comunque rischiosa già all’epoca – non sarebbe possibile oggi, come spiegato nel 2016 dal produttore di Planet Money Alex Goldmark: prima di tutto perché nuovi regolamenti e leggi limitano il gioco vietando di spendere importi individuali oltre una certa somma, o di ottenere la convalida di biglietti prestampati a casa. E poi perché le lotterie presentano una serie di condizioni che rendono non conveniente, ammesso che sia possibile farlo, giocare tutte le combinazioni possibili.