A Palermo la diossina nell’aria ha raggiunto livelli molto alti
Lo dice l’agenzia regionale per l’ambiente in un rapporto, ma le piogge di questi giorni potrebbero aiutare
Un nuovo rapporto dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha rilevato che in seguito agli incendi iniziati il 20 luglio nella discarica di Bellolampo, nel nord-ovest di Palermo, in vari punti della città la presenza di diossina nell’aria è stata fino a 35 volte superiore ai valori massimi consentiti. Con il termine diossina si indica generalmente un gruppo di sostanze tossiche e cancerogene prodotte in alcuni processi di combustione, in grado di rimanere a lungo sia nell’ambiente che all’interno degli organismi, compresi i tessuti grassi del corpo umano.
Inizialmente, nei due giorni di maggiore intensità degli incendi nella discarica, l’Arpa aveva rilevato nella zona livelli di diossina pari a nove volte il valore medio solitamente presente nei centri urbani. La rilevazione aveva portato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, a firmare un’ordinanza che da sabato 29 luglio e per 15 giorni impone una serie di obblighi e divieti nel raggio di 4 chilometri dalla discarica, tra cui il divieto di mangiare carne, latticini e uova provenienti dalla zona e dare mangimi e foraggi agli animali.
La speranza era che nei giorni successivi allo spegnimento definitivo degli incendi nella discarica – che sono divampati per quattro giorni con scarse interruzioni – la concentrazione di diossina diminuisse. I dati ottenuti eseguendo esami di campionamento dell’aria tra il 25 e il 27 luglio mostrano invece che la situazione è, in alcune zone, peggiorata.
Nella zona di via Inserra, vicino alla discarica, il 24 luglio la concentrazione misurata era pari a 939 TE fg/m3 (che sta per “tossicità equivalente pari a 939 femtogrammi al metro cubo”): secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, in una situazione di normalità la concentrazione dovrebbe essere di 100 TE fg/m3. Nella zona di Villa delle Ginestre, circa 8 chilometri a est di Bellocampo, la rilevazione negli stessi giorni è stata ancora più alta, oltre i 3.531 fg/m3. Secondo il rapporto, la differenza nelle concentrazioni è stata determinata dalle condizioni del vento, che in quei giorni hanno favorito lo spostamento delle masse d’aria da Bellolampo a Villa delle Ginestre.
Secondo Marcello Ciaccio, preside della facoltà di Medicina dell’Università di Palermo intervistato da La Sicilia, «le condizioni climatiche di queste ore con la pioggia e con un abbassamento delle temperature stanno aiutando molto nel superare l’emergenza». Al momento però non è possibile sapere se la pioggia abbia effettivamente migliorato la situazione, visto che l’Arpa ha bisogno di diversi giorni per raccogliere i campioni e analizzarli, motivo per cui sono stati pubblicati soltanto ora quelli relativi agli ultimi giorni di luglio.
L’Arpa ha spiegato che la diossina non è pericolosa tanto per la respirazione, quanto per il fatto che si deposita nel terreno e sui tessuti: da qui il divieto di mangiare certi alimenti. Secondo Ciaccio «il dato di 3.531 femtogrammi di sostanze tossiche per metro cubo in sé non indica un pericolo. Bisogna vedere quanto tempo si è stati esposti alla diossina. Per essere pericolosa deve avvenire per giorni e in quantità elevate».
– Ascolta anche: Seveso, 10 luglio 1976