La Corte Suprema dell’India ha sospeso la condanna a due anni di carcere di Rahul Gandhi, il leader dell’opposizione accusato di aver diffamato il primo ministro Narendra Modi
La Corte Suprema dell’India ha sospeso la condanna per diffamazione di Rahul Gandhi, uno dei principali leader dell’opposizione del paese. Lo scorso marzo Gandhi era stato condannato a due anni di carcere per aver definito il primo ministro indiano Narendra Modi «un ladro» durante un comizio elettorale nell’aprile del 2019. Dopo quella sentenza era stato anche espulso dal parlamento. Con la decisione della Corte Suprema Gandhi potrà tornare in parlamento e partecipare alle elezioni generali del prossimo anno.
Gandhi ha 53 anni ed è l’ultimo esponente di una dinastia politica di grande successo, che nonostante l’omonimia non ha legami di parentela con Mohandas Gandhi, uno dei più importanti leader del movimento per l’indipendenza dell’India. Rahul Gandhi è uno dei leader dell’Indian National Congress, il principale partito di opposizione (di cui è presidente sua madre Sonia, vedova dell’ex primo ministro Rajiv Gandhi, in carica tra il 1984 e il 1989).