Alexei Navalny è stato condannato ad altri 19 anni di carcere
Per l'oppositore del presidente russo Vladimir Putin è l'ennesima condanna, legata ad accuse ritenute da molti pretestuose
Alexei Navalny, quello che per lungo tempo è stato considerato il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è stato condannato ad altri 19 anni di carcere per aver fondato e finanziato attività e organizzazioni che le autorità russe ritengono «estremiste». Navalny è in carcere dal 2021 per accuse che la stragrande maggioranza dei commentatori e degli esperti di libertà di espressione considera pretestuose, esattamente come quelle che erano state contestate nel processo per cui è stato condannato venerdì, che era cominciato a metà giugno. Anche in questo caso ha negato ogni accusa.
Navalny ha 47 anni e oltre che per la sua attività politica è noto da tempo anche come attivista anti corruzione e come giornalista d’inchiesta. Nel gennaio del 2021 era stato accusato e poi condannato per violazione della libertà vigilata dopo essere rientrato in Russia in seguito al discusso tentativo di avvelenamento, probabilmente organizzato dallo stesso regime russo. Nel maggio del 2022 era stato poi condannato ad altri 9 anni di carcere per frode e appropriazione indebita, accuse ritenute da lui e da moltissimi altri risibili e motivate politicamente.
Dal giugno dell’anno scorso è detenuto in una prigione di massima sicurezza circa 240 chilometri a est di Mosca, dove è sottoposto a un regime carcerario ancora più duro di quello che gli era stato imposto fino a quel momento.
Quest’ultimo processo era cominciato lo scorso 19 giugno e si è tenuto a porte chiuse. La procura aveva chiesto una pena di 20 anni per capi d’accusa piuttosto vaghi, che includevano l’accusa di «estremismo» e di promozione del nazismo, così come un regime di detenzione ancora più duro, che di norma viene stabilito per le persone che compiono i reati più gravi. Al momento comunque non è chiaro se con la nuova condanna verrà trasferito altrove.
Nessuno si aspettava che Navalny avrebbe ottenuto un processo giusto, nemmeno lo stesso Navalny, che aveva previsto una pena particolarmente dura anche alla luce della repressione del dissenso nel paese, sempre più rigida. Nella Russia di Putin gli oppositori politici vengono sistematicamente condannati con accuse ben poco solide, in processi che secondo le principali organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani sono poco più che una farsa.
«Pensate al motivo per cui c’è bisogno di una sentenza così enormemente esemplare. Il suo obiettivo è intimidire», aveva scritto Navalny in un messaggio condiviso dai suoi collaboratori sul suo canale Telegram giovedì, prima della sentenza.
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