Le calciatrici della Nazionale hanno qualcosa da dire alla FIGC
«Non abbiamo mai avuto paura, ma solo sentito poca fiducia», hanno scritto in una nota il giorno dopo l'eliminazione dai Mondiali
Il giorno dopo la deludente eliminazione dai Mondiali in Australia e Nuova Zelanda, le giocatrici della Nazionale di calcio femminile hanno pubblicato tramite i loro profili social una nota congiunta in cui hanno voluto chiarire il loro punto di vista e sollevare delle questioni riguardanti soprattutto la gestione della Nazionale da parte della Federcalcio italiana, la FIGC.
Il testo della nota:
Noi ragazze ci abbiamo sempre messo la faccia senza mai tirarci indietro e prendendoci le nostre responsabilità, sempre. Questa volta però ci teniamo ad esprimere anche il nostro punto di vista. Il rammarico è ancora molto forte perché la voglia di riscatto era tanta. Sapevamo di arrivare da un Europeo deludente e abbiamo imparato dai nostri errori.
Ieri sono state fatte tante dichiarazioni, ma l’unica che condividiamo e sentiamo nostra riguarda l’intesa che si è creata tra noi. Non abbiamo mai avuto paura, ma solo sentito poca fiducia. Tutto questo non è bastato perché in campo evidentemente è mancato qualcos’altro.
In Nazionale c’è un blocco di 16 ragazze di Roma e Juventus che hanno fatto qualcosa di importante in Champions League [nelle ultime stagioni, ndr]. Pensiamo sia dunque lecito domandarsi come mai, una Nazionale formata da quel blocco di giocatrici, impreziosito da calciatrici di altri club importanti e da giovani di talento, faccia così tanta fatica prima a un Europeo e poi a un Mondiale.
Siamo convinte che avremmo potuto ottenere risultati diversi se solo fossimo state messe nelle condizioni di poterlo fare. Noi lavoreremo ancora più duro per migliorarci a livello internazionale ma dato che dagli errori si può sempre imparare, ci auguriamo un futuro più presente, all’altezza della crescita del nostro calcio per riuscire ad esprimerci al 100 per cento e rappresentare al meglio il nostro paese.
Tutte le calciatrici hanno condiviso il messaggio con una breve didascalia che dice: «Con rabbia e dispiacere esprimiamo il nostro punto di vista». Le critiche sono dunque rivolte principalmente alla FIGC, che a loro dire sarebbe poco presente e negli ultimi anni non avrebbe seguito la crescita del campionato di Serie A: una crescita testimoniata dai buoni risultati ottenuti nelle coppe europee e dalla maggior competitività all’interno del campionato, vinto per la prima volta dalla Roma.
Già nelle ore successive all’eliminazione dai Mondiali era stato fatto notare che, esattamente come era già successo dopo l’eliminazione dagli Europei dello scorso anno, la FIGC non aveva rilasciato dichiarazioni ufficiali né commenti, anche perché nessun dirigente, se non il capo delegazione, è stato presente in questi giorni a Wellington, sede del ritiro neozelandese dell’Italia.
L’assenza si è notata soprattutto dopo l’eliminazione, perché al termine dei grandi tornei i dirigenti federali sono soliti intervenire sul posto. Questa assenza era però certa fin dall’inizio del torneo per impegni definiti «improrogabili» relativi ai consigli federali, gli stessi che in questi giorni si stanno occupando delle problematiche iscrizioni ai campionati di calcio maschili. L’unica figura a contatto con la Federcalcio in Nuova Zelanda era peraltro Stefano Braghin, la cui nomina a capo delegazione lo scorso febbraio aveva sorpreso in quanto già direttore della Juventus femminile, e successivamente sanzionato per i recenti illeciti sportivi-finanziari commessi dal club (che non hanno coinvolto invece la squadra femminile).
Il testo delle giocatrici sembra sia rivolto anche alla commissaria tecnica Milena Bertolini, il cui incarico non verrà rinnovato e con ogni probabilità terminerà a breve. Dopo la sconfitta contro il Sudafrica, Bertolini aveva detto tra le altre cose che le prime avversarie dell’Italia a questi Mondiali erano state loro stesse, quindi le giocatrici e più in generale il gruppo.
La Nazionale si era presentata in Nuova Zelanda dopo i deludenti Europei dell’anno scorso, terminati ai gironi e senza vittorie, dopo i quali era iniziato un delicato ricambio generazionale che proseguirà ancora per anni. A questi Mondiali l’Italia si era presentata con una formazione titolare di età media di poco superiore ai 25 anni, la più giovane nella sua storia recente.
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