• Mondo
  • Mercoledì 2 agosto 2023

Il grosso caso di pedofilia di cui si parla in Australia

Un ex maestro d'infanzia è accusato di aver abusato sessualmente di 91 bambine: le vittime più piccole avevano 1 anno

(AP Photo/Petros Karadjias)
(AP Photo/Petros Karadjias)
Caricamento player

Il 21 agosto nel Queensland, in Australia, si presenterà per la prima volta in tribunale un ex maestro d’infanzia accusato di aver abusato di 91 bambine tra il 2007 e il 2022. L’uomo era stato arrestato nella periferia di Brisbane, la capitale del Queensland, circa un anno fa. Martedì primo agosto, presentando il caso, la polizia l’ha descritto come uno dei «più orribili» nella storia del paese.

L’uomo coinvolto ha 45 anni e in casa sua sono state trovate telecamere e telefoni che contengono quasi 4.000 immagini e video di abusi su minori. È accusato di 1.623 reati che comprendono 136 accuse di stupro e 604 accuse di «trattamento indecente di un minore», reato che comprende qualsiasi atto o interazione sessuale tra un adulto e un bambino che non includa la penetrazione.

La polizia ha detto che i reati furono commessi in dieci diversi centri per l’infanzia di Brisbane tra il 2007 e il 2013 e poi dal 2018 al 2022, in un centro per l’infanzia di Sydney, capitale del Nuovo Galles del Sud, tra il 2014 e il 2017, e anche all’estero. Per ora sono state identificate 87 presunte vittime: 64 del Queensland e 23 del Nuovo Galles del Sud. La polizia federale ha anche detto di essere al lavoro con le agenzie internazionali per trovare le quattro bambine abusate tra il 2013 e il 2014 fuori dall’Australia, quando l’uomo lavorò per un breve periodo all’estero. Non è comunque stato detto di quale paese o di quali paesi si tratta.

Le aggressioni sessuali coinvolsero esclusivamente «bambine in età prepuberale». Le vittime più piccole avevano 1 anno e alcune di loro hanno ora più di 18 anni. L’uomo, sempre secondo quanto riferito dalla polizia, aveva superato con successo i controlli richiesti in Australia per lavorare nei centri per l’infanzia.

L’indagine che ha portato all’arresto dell’uomo è stata molto lunga. La polizia del Queensland aveva individuato per la prima volta alcuni video e immagini che contenevano gli abusi sessuali su due minori nove anni fa, nel 2014. I video erano stati rintracciati sul dark web, la parte di Internet accessibile con particolari programmi. Il materiale era stato condiviso con la polizia federale australiana, con la Task Force Argos, la squadra speciale della polizia australiana che si occupa di pedofilia, e pubblicato su un database internazionale accessibile anche ad altre forze di polizia. Video e immagini contenevano però pochi indizi: chiunque li avesse realizzati non era prolifico sul dark web e non era mai stato considerato tra gli obiettivi “più ricercati” dagli investigatori che si occupano di abusi sui minori.

Nell’agosto del 2022, però, ci fu una svolta: sullo sfondo di uno dei video, delle lenzuola furono ricondotte a un produttore specifico che riforniva i centri per l’infanzia del Queensland. A quel punto iniziarono le indagini che portarono all’arresto dell’uomo. In casa sua furono trovati migliaia di altri video e immagini, presumibilmente realizzati da lui nell’arco di quindici anni. Gran parte delle indagini successive, durate circa dieci mesi, si concentrarono sull’analisi di migliaia di fotogrammi per tracciare i movimenti dell’uomo e per identificare le presunte vittime.

L’uomo dovrà presentarsi in tribunale nel Queensland il 21 agosto e una volta che la procedura giudiziaria sarà terminata sarà estradato nel Nuovo Galles del Sud dove dovrà rispondere di almeno altre cento accuse.