L’agenzia di rating Fitch ha abbassato la valutazione del debito degli Stati Uniti
L’agenzia di valutazione del credito Fitch, una delle più influenti al mondo tra quelle che si occupano di rating, ha abbassato quello dei titoli di stato degli Stati Uniti da AAA a AA+. Il rating assegnato è una valutazione sulla situazione finanziaria di un paese: più è alto e più è ritenuto basso il rischio che un paese non possa pagare i suoi debiti. Gli Stati Uniti avevano il voto più alto possibile, ossia AAA, perché sono ritenuti un paese molto affidabile a livello economico ed è piuttosto improbabile che smettano di rimborsare il proprio debito pubblico.
La decisione di abbassare il rating da parte di Fitch non significa che l’economia statunitense vada male e che per questo sia aumentata la probabilità che non paghi i suoi debiti. L’agenzia ha detto che è dovuta invece alla polarizzazione politica che si crea periodicamente sulle decisioni di spesa pubblica e sulla questione del tetto al debito pubblico, un particolare meccanismo legislativo statunitense che indica la quantità massima di soldi che il paese può prendere in prestito sui mercati finanziari e che deve essere autorizzata periodicamente dal Congresso.
Talvolta queste autorizzazioni vengono sfruttate come arma politica dall’opposizione per ottenere qualcosa dall’amministrazione in carica, i negoziati si complicano e spesso si arriva a un accordo proprio all’ultimo momento per evitare il default, ossia la situazione per cui lo stato non riesce a fare fronte ai suoi pagamenti. Negli scorsi mesi in particolare i negoziati erano stati molto complicati ed era stato raggiunto un accordo con molta fatica, scampando per poco il default.
Secondo Fitch situazioni di questo tipo sono problematiche per l’affidabilità degli Stati Uniti come creditore e i «ripetuti stalli sul limite del debito e le risoluzioni dell’ultimo minuto hanno eroso la capacità di gestione delle politiche di bilancio». La segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, si è dichiarata «fortemente in disaccordo con la decisione di Fitch».
Un giudizio simile era già stato dato nel 2011 da Standard & Poor’s, un’altra agenzia di rating, che aveva tolto agli Stati Uniti la valutazione massima per lo stesso motivo.
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