Ci sono almeno 12 morti e 27 dispersi a causa delle alluvioni intorno a Pechino, in Cina
Almeno dodici persone sono morte e ventisette risultano disperse a causa delle gravi alluvioni che hanno colpito negli ultimi giorni le zone intorno a Pechino, la capitale della Cina. Tra i morti c’è un vigile del fuoco che era impegnato nelle operazioni di soccorso e tra i dispersi ci sono quattro soccorritori di un’organizzazione non governativa che sono caduti in acqua.
I giornali locali dicono che in sole quaranta ore a Pechino è caduto l’equivalente delle precipitazioni medie di un intero mese di luglio. Da venerdì, il tifone Doksuri, declassato a tempesta, si sta diffondendo dal sud-est del paese verso nord. Secondo i meteorologi cinesi citati dai media, le attuali forti piogge potrebbero causare inondazioni ancora più gravi rispetto a quelle del luglio del 2012, quando morirono 79 persone e decine di migliaia furono evacuate. Le piogge dovrebbero diminuire in modo significativo nella giornata di oggi, ma l’interruzione potrebbe durare poco perché alle coste orientali del paese si sta avvicinando un nuovo tifone.
Le televisioni stanno trasmettendo in diretta immagini di autobus semisommersi dall’acqua nel distretto di Fangshan (a ovest della capitale). Circa 150mila case nel distretto di Mentougou, sempre a ovest, non hanno più acqua corrente e alcuni treni sono rimasti bloccati. In mattinata sono stati inviati 45 camion e degli elicotteri per i rifornimenti di emergenza.
Già ieri le autorità di Pechino avevano proclamato il livello massimo di allerta per il pericolo di crolli, frane e valanghe di fango nella capitale. Il presidente Xi Jinping ha invitato a «fare di tutto» per salvare le persone disperse o rimaste intrappolate.