Lo stadio di San Siro sta diventando un problema per Milano?
La demolizione sembra fuori discussione, Inter e Milan stanno lavorando a soluzioni che però comportano costi alti per il comune
Nelle ultime settimane ci sono stati alcuni importanti sviluppi sulla situazione riguardante lo stadio Giuseppe Meazza di Milano. Tra dibattiti pubblici, vincoli storici sulla struttura ed eventi che lo stadio esistente si è impegnato a ospitare nei prossimi anni, Inter e Milan si sono mosse per valutare concretamente la costruzione di due nuovi stadi, uno ciascuno, su terreni nei comuni intorno a Milano. Le due squadre sembrano aver quindi rinunciato definitivamente alla possibilità di costruire insieme un nuovo Meazza nella stessa area in cui è presente quello attuale, nel quartiere di San Siro.
Tra giugno e luglio il Milan ha acquistato la società proprietaria di un’area edificabile nel comune di San Donato Milanese (periferia sud di Milano) sulla quale sta procedendo con le sue valutazioni preliminari. Di recente l’amministratore delegato Giorgio Furlani ha confermato le intenzioni del club dicendo: «Vogliamo avere un nostro impianto». L’Inter ha fatto qualcosa di simile nelle ultime settimane, ottenendo «un diritto di esclusiva» fino al 30 aprile del 2024 su un terreno nel comune di Rozzano adiacente al Mediolanum Forum di Assago, il palazzetto usato dalla squadra di basket dell’Olimpia Milano.
In queste scelte, diverse da quelli che erano i progetti iniziali, ha influito soprattutto il vincolo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio a cui verrà sottoposto il secondo anello di San Siro, ossia la parte di stadio costruita negli anni Cinquanta. È un vincolo di tipo storico che entra in vigore dopo 70 anni dalla costruzione di opere rilevanti e significative. Nel caso del Meazza mancherebbero ancora due anni ai 70 previsti dalla legge, ma di recente il comune di Milano ha confermato che verrà applicato, rendendo quindi ancora più problematica, se non impossibile, la demolizione dell’impianto.
Nel frattempo la città di Milano ha candidato l’attuale Meazza per ospitare la finale di Champions League del 2026 o del 2027 (in entrambi i casi tra maggio e giugno). Se le verrà assegnato, come sembra probabile, l’evento si aggiungerà alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026 per cui il Meazza è stato indicato come sede già anni fa in fase di candidatura.
Tutto questo, dal vincolo agli eventi che ospiterà nei prossimi anni, ha contribuito a far saltare tutte le opzioni che le squadre e il comune di Milano avevano preso in considerazione per il futuro di San Siro. Il Meazza è uno stadio vecchio di 97 anni che avrebbe bisogno di interventi strutturali — e proprio per l’età di difficile realizzazione — per allinearsi agli standard internazionali richiesti sia dallo sport professionistico che dal settore dell’intrattenimento.
Se il vincolo esclude la possibilità di demolizione, gli eventi previsti da qui al 2026 o al 2027 non permetteranno infatti alcun tipo di intervento di ristrutturazione sostanziale. Quest’ultima eventualità interessa soprattutto il comune. Se Inter e Milan dovessero portare avanti i loro progetti in modo definitivo, il comune potrebbe trovarsi in gestione un grande stadio perlopiù inutilizzato che costa tra i 5 e i 10 milioni di euro soltanto di manutenzione straordinaria, mentre il budget comunale per lo sport è di circa 7 milioni di euro all’anno, come ha detto a Repubblica l’assessora comunale allo Sport Martina Riva. Senza contare inoltre che per l’uso di San Siro, Inter e Milan garantiscono un affitto annuale di 10 milioni e 300mila euro.
Al comune una ristrutturazione servirebbe perlomeno ad abbassare i costi di gestione in assenza delle due squadre: fin qui si è parlato soprattutto della rimozione del terzo anello, una sezione dello stadio che serve alle due squadre solo in caso di affluenza straordinaria. E senza un uso frequente da parte del calcio, gli eventi laterali che lo stadio ospita tuttora sarebbero insufficienti per ammortizzare i costi. Per poter organizzare più concerti e altri eventi sportivi, l’attuale Meazza dovrebbe essere perlomeno riconvertito e reso adatto agli scopi.
Per Beppe Sala, sindaco di Milano, il vincolo avrà «conseguenze gravi per il futuro dello stadio e per la sua sostenibilità economica». Il capogruppo di Europa Verde in consiglio comunale, Carlo Monguzzi, ha invece accolto favorevolmente la notizia sul vincolo e ha scritto su Instagram: «Grazie al vincolo sul Meazza eviteremo l’emissione di 210mila tonnellate di CO2 per il suo abbattimento e salveremo 45mila metri quadrati di verde dal cemento, perché il nuovo stadio non verrà costruito». In seguito Monguzzi ha denunciato di aver ricevuto insulti e minacce online.
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