L’Unione Europea ha sospeso i programmi di cooperazione con il Niger
A causa del colpo di stato il capo della diplomazia europea ha comunicato la «cessazione immediata degli aiuti economici»
L’Unione Europea ha sospeso i programmi di cooperazione con il Niger a causa del colpo di stato con cui nei giorni scorsi è stato deposto il presidente Mohamed Bazoum e si è instaurato un nuovo leader: il generale Abdourahmane Tchiani, il capo della Guardia presidenziale, l’influente unità d’élite dell’esercito nigerino che ha pianificato e attuato il golpe. L’Alto rappresentante per gli affari esteri europei, Josep Borrell, ha definito l’attacco alle istituzioni democratiche del paese «inaccettabile» e ha comunicato la «cessazione immediata degli aiuti economici», così come la sospensione dei programmi di collaborazione per la sicurezza nel paese.
Al contempo anche il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha detto che le centinaia di milioni di dollari di aiuti economici stanziati per il Niger da parte degli Stati Uniti sono a rischio, a meno che non venga ripristinato un governo democratico. Entrambi hanno espresso il loro sostegno a Bazoum, che è ancora in arresto, e hanno chiesto la sua immediata liberazione. Nel frattempo la situazione nel paese è ancora confusa, e c’è una certa preoccupazione per cosa potrà accadere nei prossimi tempi.
Il Niger si trova nell’Africa nord-occidentale, ha circa 25 milioni di abitanti e fa parte della regione subsahariana del Sahel, molto instabile a causa della presenza e delle attività di gruppi jihadisti, alcuni dei quali affiliati allo Stato Islamico o ad al Qaida. Il colpo di stato di mercoledì è il settimo in un paese dell’Africa centrale e occidentale dal 2020: i più recenti sono stati in Mali e in Burkina Faso, da cui si sono progressivamente ritirate le forze militari occidentali impegnate nel contrasto al terrorismo jihadista.
Il Niger era rimasto uno dei pochi paesi dell’area ancora governati da un presidente vicino ai governi occidentali, e per questo era considerato una sorta di “ultima speranza” dell’Occidente per il contrasto al jihadismo in quella parte del continente. Negli ultimi tempi altri colpi di stato militari nei paesi dell’Africa occidentale sono stati favoriti dalla presenza del gruppo Wagner, la compagnia di mercenari russa impegnata nella guerra in Ucraina, almeno fino al recente tentativo di rivolta militare dello scorso giugno in Russia. In alcune situazioni l’appoggio del gruppo Wagner ai paesi africani è stato diretto, con addestramenti e fornitura di armi, in altre si è limitato a prospettare un futuro sostegno economico.
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