Taylor Swift e i terremoti
Cosa è successo ai sismografi di Seattle durante un suo concerto, spiegato un po’ meglio
La scorsa settimana la cantante pop Taylor Swift ha tenuto due concerti del suo tour allo stadio Lumen Field di Seattle, negli Stati Uniti, a cui hanno partecipato oltre 70mila persone nella data del 22 luglio. Parlando con la CNN venerdì, la sismologa Jackie Caplan-Auerbach ha detto che durante i concerti un sismografo nei pressi dello stadio aveva registrato segnali simili a quelli di un terremoto di magnitudo 2.3: la notizia è stata molto ripresa dai media di mezzo mondo, compresi quelli italiani, e si è diffusa la definizione di “Swift Quake” (quake significa terremoto in inglese) per definire il fenomeno descritto da Caplan-Auerbach, senza troppe spiegazioni su cosa sia la presunta “attività sismica” citata nei titoli.
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Come ha spiegato al New York Times la stessa Caplan-Auerbach, i sismografi registrano qualunque vibrazione nel terreno, anche quelle più lievi, provocate dalle auto, dai camion, dai treni e persino dal vento. Lo fanno misurando l’accelerazione nelle vibrazioni del terreno che poi viene convertita nella scala Richter, quella usata più comunemente per i terremoti. E l’accelerazione massima delle vibrazioni dovute al concerto di Swift è stata di 0,011 metri al secondo quadrato, secondo i sismologi.
È un parametro paragonabile, anche se di gran lunga maggiore, a quello che venne rilevato nello stesso Lumen Field nel 2011, durante un touchdown negli ultimi minuti di una partita di football dei Seattle Seahawks. All’epoca si parlò di “Beast Quake”, dal soprannome del giocatore autore del touchdown, Marshawn Lynch. Le vibrazioni generate dall’esultanza dei tifosi vennero paragonate dai sismologi a un terremoto di magnitudo 2.0: per essere percepita dagli esseri umani, una vibrazione del terreno deve raggiungere perlomeno una soglia di 2.5, spesso anche 3.
Le vibrazioni registrate durante il concerto di Swift sono state senza dubbio eccezionali, circa il doppio più intense di quella volta del 2011, ma la cosiddetta “attività sismica” di cui si parla in queste ore avviene di continuo senza che noi ce ne accorgiamo. E ci sono stati anche altri casi di vibrazioni notevoli attorno al Lumen Field: per esempio durante il concerto di The Weeknd della scorsa estate, seppur di minore entità rispetto al concerto di Swift e al touchdown dei Seahawks.
Non è nuova neanche l’attenzione giornalistica sulle “attività sismiche” generate da eventi di massa: un caso piuttosto celebre e ricordato è il concerto degli U2 allo stadio Flaminio di Roma, nel 1987. In quell’occasione il rumore e le vibrazioni furono tali che ai vigili del fuoco arrivarono chiamate allarmate di alcuni abitanti del quartiere, che temevano appunto un terremoto.
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