In un ghiacciaio svizzero è stato trovato il corpo di un alpinista scomparso nel 1986
I suoi resti sono emersi a causa del progressivo scioglimento del Teodulo a Zermatt, vicino al Cervino
Nel ghiacciaio del Teodulo, a Zermatt, nel sud-ovest della Svizzera, sono stati trovati i resti di un alpinista che era scomparso nel 1986. La scoperta è stata resa possibile dal progressivo ritiro dei ghiacci provocato dal riscaldamento globale: è un fenomeno che riguarda tutti i ghiacciai alpini e che ormai permette di far emergere con una certa frequenza corpi e altri oggetti che erano rimasti coperti dal ghiaccio anche per decenni.
Il corpo è stato trovato lo scorso 12 luglio da due alpinisti che stavano attraversando il ghiacciaio del Teodulo, che si trova nel Canton Vallese, a pochi chilometri dal Cervino, in una zona dove si può sciare anche d’estate. Gli alpinisti avevano notato uno scarpone e alcuni ramponi emergere dal ghiaccio: le analisi del DNA svolte sui resti in un secondo momento hanno evidenziato che si trattava di un uomo tedesco dichiarato scomparso 37 anni fa. Al tempo erano state condotte ampie ricerche per trovarlo, ma senza esito. La polizia svizzera non lo ha identificato e non ha fornito dettagli sulle circostanze della sua morte; ha però detto che all’epoca in cui scomparve aveva 38 anni.
Già nell’agosto del 2022 sul ghiacciaio Stockji, sempre a Zermatt, erano stati trovati i resti di un altro alpinista tedesco disperso nel 1990, quando aveva 27 anni, dopo essere partito da Chamonix per arrivare a Domodossola passando per le Alpi Pennine. Sempre l’anno scorso nel ghiacciaio dell’Aletsch, il più esteso delle Alpi, erano riemersi i rottami di un aeroplano che era precipitato nella zona nel 1968. Nel 2015 a causa del progressivo scioglimento del ghiacciaio del Cervino erano stati trovati i corpi di due escursionisti giapponesi che erano scomparsi a causa di una tempesta di neve nel 1970.
L’anno prima sempre nell’area era stato ritrovato il corpo di Jonathan Conville, un alpinista inglese che risultava disperso dal 1979: i suoi resti erano stati osservati dal pilota di un elicottero che stava trasportando dei viveri in un rifugio sul Cervino.
Come altri ghiacciai alpini, anche quello del Teodulo negli ultimi anni ha cominciato a ritirarsi. È stato stimato che tra il 2001 e il 2022 i ghiacciai svizzeri si siano ridotti di circa un terzo in termini di volume, e che solo nel 2022 si siano ridotti del 6 per cento: il doppio rispetto al 2021 e il dato peggiore da quando si è cominciato a tenerne traccia, più di un secolo fa.
Lo scioglimento dei ghiacciai è un problema che ovviamente riguarda anche l’Italia. Il volume del ghiacciaio della Marmolada si è ridotto del 30 per cento solo tra il 2004 e il 2014, e secondo uno studio del 2019 scomparirà del tutto entro il 2050. Da allora però la situazione è peggiorata così tanto che secondo il ricercatore Renato Colucci, docente di glaciologia dell’Università di Trieste, la scomparsa del ghiacciaio della Marmolada potrebbe avvenire entro vent’anni.
Si stima che il progressivo aumento della temperatura media globale porterà alla scomparsa della maggior parte dei ghiacciai alpini che si trovano al di sotto dei 3.600 metri di altitudine entro la fine del secolo.
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