L’esercito del Niger ha detto di avere fatto un colpo di stato contro il presidente
Lo ha annunciato in diretta televisiva: Mohamed Bazoum era stato eletto democraticamente due anni fa, non si sa dove sia ora
Mercoledì sera un gruppo di soldati dell’esercito del Niger ha annunciato in diretta sulla televisione nazionale di aver deposto il presidente Mohamed Bazoum, eletto democraticamente due anni fa. Il colonnello Amadou Abdramane, portavoce del gruppo, ha detto che la deposizione di Bazoum si è resa necessaria a fronte del «continuo degrado della situazione della sicurezza e della cattiva gestione economica e sociale». Sembra che Bazoum sia stato arrestato ma non si hanno informazioni certe al riguardo.
Mercoledì mattina alcuni membri della Guardia presidenziale del Niger, un’unità speciale dell’esercito, avevano circondato il palazzo del presidente Bazoum e gli edifici di diversi ministeri a Niamey, la capitale del paese. Inizialmente non era chiaro se fosse in corso o meno un colpo di stato, poi è stato ufficializzato, ma la situazione è ancora adesso piuttosto caotica: il ministro degli Esteri di Bazoum ha sostenuto che il colpo di stato non avrebbe l’appoggio di tutto l’esercito, ma poi il capo dell’esercito ha detto di essere favorevole al colpo di stato. Bazoum ha detto in un tweet che le conquiste democratiche ottenute dal Niger in questi anni saranno salvaguardate «dai nigerini che amano la democrazia e la libertà».
Il gruppo che ha deposto Bazoum si fa chiamare Consiglio nazionale per la salvaguardia del paese: circondato da nove soldati, Abdramane ha annunciato che sono stati chiusi tutti i confini aerei e di terra del Niger, che è stato imposto un coprifuoco, che «tutte le istituzioni sono state sospese» e che al momento la gestione del paese è affidata alle forze di sicurezza.
La Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), l’organizzazione che riunisce 14 paesi dell’area, ha condannato il colpo di stato nel paese e ha fatto sapere che il presidente del Benin Patrice Talon andrà in Niger per cercare di fare da mediatore tra Bazoum e i militari. Il presidente nigerino ha ricevuto il sostegno del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e del segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken, che ha chiesto la sua liberazione immediata. Abdramane ha comunque invitato tutti i «partner stranieri a non interferire» con quello che sta avvenendo nel paese.
Assieme ad Abdramane, in tenuta militare blu, nel video compare tra gli altri anche il controverso generale Abdourahmane Tchiani, il comandante della Guardia presidenziale, che si ritiene sia il principale fautore del colpo di stato contro Bazoum.
Alla guida del corpo dal 2011, Tchiani è descritto come un fedelissimo di Mahamadou Issoufou, che fu presidente del Niger dal 2011 al 2021, l’anno in cui venne eletto Bazoum. Durante i due mandati di Issoufou la Guardia presidenziale era molto ben considerata, ma con il nuovo presidente le cose sono un po’ cambiate: secondo alcuni analisti, le forze armate si sarebbero ribellate anche per l’atteggiamento meno conciliante che Bazoum ha dimostrato nei confronti dell’esercito, compresa l’intenzione di rimuovere Tchiani dal suo incarico.
Il Niger si trova nell’Africa nord-occidentale, ha circa 25 milioni di abitanti e fa parte della regione subsahariana del Sahel, storicamente un’area povera di risorse e molto instabile anche a causa di un durissimo regime coloniale mantenuto fino agli inizi del Novecento dalla Francia. Nel paese c’era stato un tentativo di colpo di stato nel marzo del 2021, a due giorni dall’inizio della presidenza di Bazoum, eletto un mese prima.
Il colpo di stato in Niger è il settimo in un paese dell’Africa centrale e occidentale dal 2020, e potrebbe avere grosse conseguenze sulla stabilità di quell’area. In tutto il Sahel sono attivi diversi gruppi jihadisti, alcuni dei quali affiliati allo Stato Islamico o ad al Qaida.