«Attenzione borseggiatrici, attenzione pickpocket!»
La voce insistente di Monica Poli, consigliera di municipio di Venezia, è arrivata nei telefoni di mezzo mondo e sul New York Times
Ultimamente sui social network, e in particolare nei video su TikTok, è diventata virale la voce di una donna italiana che grida ossessivamente «Attenzione borseggiatrici, attenzione pickpocket!», allungando le ultime vocali. Online viene usata in modo scherzoso come sottofondo dei più svariati tipi di video: da quelli di gatti che rubano cibo dai piatti a quelli di contrasti particolarmente aggressivi durante le partite di calcio. I Los Angeles Clippers, squadra di basket dell’NBA, l’hanno recentemente usata per una raccolta dei video in cui rubano le palle agli avversari.
La voce alta e un po’ fastidiosa di «Attenzione borseggiatrici, attenzione pickpocket!» appartiene a Monica Poli, 57 anni, consigliera di municipio a Venezia con la Lega e membro attivo di un gruppo di residenti che si fa chiamare Cittadini Non Distratti, che esisteva già una trentina d’anni fa ed è impegnato a scoprire e segnalare i responsabili di borseggi ai danni dei turisti che visitano la città. La voce di Poli che grida per richiamare l’attenzione dei turisti su sospetti borseggiatori è stata ripresa talmente tanto in tutto il mondo che il New York Times l’ha intervistata per un articolo e un servizio fotografico.
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La pagina Facebook dei Cittadini Non Distratti esiste dal marzo del 2019, mentre gli account su TikTok e Instagram che hanno portato all’ampia diffusione di video e audio sui borseggi sono attivi da giugno: il primo ha mezzo milione di follower, il secondo 250mila. I video pubblicati su TikTok dai Cittadini Non Distratti non sono tanti e sono fatti tutti da Poli, la cui voce è diventata molto riconoscibile. Non mostrano quasi mai borseggi o scippi ma più che altro donne che vengono indicate come borseggiatrici, inseguite mentre scappano e filmate da vicino mentre provano a nascondersi la faccia. Qualche settimana fa Poli aveva scritto che i suoi video erano stati segnalati, e che TikTok aveva minacciato di bloccare il suo account, cosa che poi non è successa.
Oltre che sugli account di Cittadini Non Distratti la voce di Poli ora compare in moltissimi video di altri utenti di tutto il mondo, che la riprendono – come avviene molto spesso con i contenuti virali di TikTok – e la combinano con altre immagini in modo ironico. Nell’ultimo mese Poli è diventata un personaggio noto di Venezia, e succede che i turisti la riconoscano, la riprendano e le chiedano selfie per strada. Sotto i suoi contenuti ci sono centinaia di commenti in italiano di persone che la incoraggiano a continuare e la ringraziano per il suo lavoro.
@london_content The most famous voice of Italy at the moment caught on camera.. #attenzione #pickpockets #italy #london_content #fypシ #foryoupage
Dal 2020 Poli è consigliera della Lega alla municipalità Venezia-Murano-Burano, una delle sei circoscrizioni del Comune di Venezia. Al New York Times ha raccontato di lavorare come addetta alle pulizie la mattina e di passare molti pomeriggi per strada, in cerca di borseggiatori. Il New York Times le ha chiesto se le fosse mai capitato di segnalare come borseggiatrice una persona che in realtà non lo era, e lei ha risposto di no e di avere «un sesto senso». Ha detto anche che la polizia non le ha mai chiesto di smettere con questa attività e di voler proteggere i turisti perché il turismo in Italia è molto importante. Online i Cittadini Non Distratti scrivono che non accettano soldi e che chiedono che le istituzioni introducano «una squadra permanente antiborseggio in borghese».
Il gruppo di Cittadini Non Distratti fu fondato da un pittore di strada, Gianni Deirossi, insieme a commercianti e altri lavoratori del settore turistico alla fine degli anni Novanta: Poli dice che ne fanno parte una cinquantina di persone. La stampa internazionale se n’era già occupata nel 2019, quando la polizia locale aveva detto all’Economist di lavorare a stretto contatto con loro, e che circa un terzo degli arresti per borseggi a Venezia nasceva dalle loro segnalazioni.
Sui giornali nazionali italiani se ne parlò già alla fine gli anni Novanta per via di alcune aggressioni da loro compiute ai danni di persone, spesso di origini straniere, scoperte a borseggiare i turisti. Il 13 aprile 1996, il Corriere titolava in prima pagina “Ronde razziste a Venezia” e scriveva: «quattro membri di questa sorta di ronda privata costituita dai commercianti di Venezia sono stati accusati dalla polizia per il pestaggio di un algerino». Nel 2000 Repubblica raccontò che, davanti a molti testimoni, un’altra persona sempre di origini algerine era stata accoltellata da due membri del gruppo dopo essere stata scoperta a rubare il portafogli a una ragazza. Allora il sindaco di Venezia Massimo Cacciari aveva criticato l’iniziativa chiedendo ai cittadini testimoni di episodi illegali di denunciarli alle autorità e non provvedere in proprio. Ora sulla pagina Facebook dei Cittadini Non Distratti c’è una nota fissata in alto che specifica che «in questo gruppo non si fa riferimento a etnie e istigazioni al razzismo».
Ultimamente le pagine sui social network che si occupano di segnalare episodi di microcriminalità e degrado urbano hanno ottenuto molta visibilità in Italia. Il loro successo è dovuto al fatto che alimentano un discorso che esiste da anni sui giornali di cronaca locale e in alcuni varietà televisivi, spesso veicolato da toni allarmisti e sensazionalistici che puntano a far passare l’idea di un problema di sicurezza. Problema che spesso esiste o perlomeno viene percepito dalle persone, ma che contrariamente alla narrazione che emerge da questi video non è in aumento, bensì cala costantemente da anni. A Venezia nello specifico le denunce per furti con destrezza nel 2022 e 2021 sono state meno della metà rispetto a quelle del 2020, 2019 e 2018. Non rappresenta insomma un’emergenza, nonostante sia strumentalmente presentata come tale dai politici, soprattutto di destra.
A Venezia, dove la questione della convivenza tra i residenti e i turisti su cui si basa gran parte dell’economia della città è molto sentita, questo approccio alla microcriminalità ha ottenuto evidentemente un’attenzione particolare. Lo dimostra anche il successo di altre pagine social come Venezia non è Disneyland, che ha 103mila follower su Instagram. A questo si aggiunge anche un altro fenomeno osservato recentemente online, che riguarda un particolare successo dei contenuti che mostrano persone o scene che in qualche modo rafforzano immaginari e stereotipi sull’Italia – positivi e negativi – molto diffusi all’estero.
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