Hun Sen, uno dei leader più a lungo al potere al mondo, verrà sostituito dal figlio
Lo ha annunciato lo stesso primo ministro della Cambogia tre giorni dopo le elezioni farsa vinte dal suo partito
Mercoledì il primo ministro della Cambogia Hun Sen, che governa il paese ininterrottamente dal 1998 ed è uno dei leader al potere più longevi al mondo, ha annunciato che si dimetterà dal proprio incarico e che sarà sostituito da suo figlio maggiore, Hun Manet, che attualmente è il capo dell’esercito. Manet si insedierà il prossimo 10 agosto. L’annuncio di Hun Sen era atteso e previsto: già nel 2021 aveva detto che suo figlio lo avrebbe succeduto alla guida della Cambogia, paese del sud est asiatico da oltre 16 milioni di abitanti.
Hun Sen, che ha 70 anni, ha fatto il suo annuncio tre giorni dopo la vittoria del suo partito, il Partito del popolo, alle ultime elezioni della Cambogia. Sono state elezioni senza competizione, ufficialmente con 18 partiti candidati ma in cui si sapeva fin dall’inizio che avrebbe vinto il Partito del popolo: negli ultimi decenni Hun Sen ha trasformato la Cambogia in un regime autoritario, limitando la libertà di stampa, perseguitando ed escludendo i partiti di opposizione dalla competizione elettorale e usando i tribunali e le forze di sicurezza per intimidire i dissidenti.
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Pur cedendo l’incarico di primo ministro al figlio, Hun Sen manterrà e acquisirà ruoli che gli permetteranno di garantirsi un’ampia influenza sulla politica cambogiana: resterà alla guida del suo partito e sembra che sarà a capo del Consiglio consultivo reale del re Norodom Sihamoni (il re in Cambogia ha un ruolo simbolico e cerimoniale). Ci si aspetta inoltre che in futuro prenderà il posto del presidente del Senato cambogiano, Say Chhum. Lo ha ribadito lui stesso annunciando le dimissioni: «Anche se sostituirò il presidente del Senato Say Chhum, è fondamentale capire che non mi intrometterò nelle responsabilità del nuovo primo ministro».
Hun Manet ha 45 anni. Guida l’esercito cambogiano dal 2018, ma lo scorso aprile era stato ulteriormente promosso venendo insignito della carica di “generale a quattro stelle” (prima era “generale a tre stelle”). Di recente ha guadagnato sempre più visibilità politica, soprattutto durante l’ultima campagna elettorale, in cui era comparso più volte accanto al padre durante i suoi comizi politici.