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  • Martedì 25 luglio 2023

Che fine ha fatto il soldato americano entrato illegalmente in Corea del Nord?

Stati Uniti e ONU hanno provato a comunicare col regime nordcoreano, ma finora di Travis King non si hanno notizie

Corea del Nord Travis King
(AP Photo/Ahn Young-joon)
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La Corea del Nord non sta rispondendo alle richieste dei funzionari degli Stati Uniti a proposito di Travis King, il soldato statunitense che la settimana scorsa aveva superato il confine della Corea del Sud ed era entrato illegalmente in Corea del Nord, dove si ritiene sia stato arrestato. Le autorità nordcoreane non hanno parlato pubblicamente del caso, mentre quelle degli Stati Uniti hanno detto che finora il regime nordcoreano ha ignorato ogni richiesta di sapere come stia e dove si trovi King. Anche se sono state avviate comunicazioni con le Nazioni Unite, al momento non è chiaro se l’atteggiamento della Corea del Nord sia collaborativo.

King ha 23 anni e martedì scorso era entrato in Corea del Nord superando senza autorizzazione la linea di confine che separa il paese dalla Corea del Sud nella Joint Security Area, l’unico punto in cui gli eserciti delle due Coree sono a diretto contatto. La Joint Security Area si trova nella Zona Demilitarizzata, una striscia di terra larga quattro chilometri che si estende lungo tutto il confine tra i due paesi. King sarebbe dovuto rientrare negli Stati Uniti una settimana dopo essere uscito da una prigione sudcoreana, dove aveva scontato una pena di quasi due mesi con l’accusa di aggressione: in realtà era andato via dall’aeroporto dove era stato scortato e poi si era unito a uno dei tour guidati nella Joint Security Area.

Secondo alcune testimonianze, durante il tour avrebbe cominciato a correre verso la linea di confine. È presumibile che poi sia stato arrestato dalle forze armate della Corea del Nord, una dittatura in cui intrusioni non autorizzate come questa non sono tollerate.

Un funzionario degli Stati Uniti citato dal Wall Street Journal ha detto che le autorità statunitensi hanno inviato alla Corea del Nord messaggi «attraverso più canali» per comunicare che King aveva attraversato il confine da solo e che il governo statunitense voleva che ritornasse indietro «in fretta e al sicuro». Il funzionario, citato in forma anonima, ha detto che gli Stati Uniti sanno che i messaggi sono stati ricevuti, ma che la Corea del Nord non ha mai dato alcun riscontro, senza aggiungere altri dettagli.

Sono stati tentati contatti simili anche attraverso la Svezia, uno dei pochi paesi ad avere un’ambasciata in Corea del Nord, e attraverso il comando delle Nazioni Unite, che opera all’interno della Zona Demilitarizzata e della Joint Security Area per garantire il rispetto dell’armistizio che mise fine alla guerra tra le due Coree nel 1953.

Lunedì in una conferenza stampa il generale britannico Andrew Harrison, vice responsabile del comando, ha detto che le Nazioni Unite hanno avviato comunicazioni con la Corea del Nord. A causa della complessità della situazione Harrison si è rifiutato di fornire dettagli, di chiarire quante volte ci siano stati contatti e di specificare se la Corea del Nord stia rispondendo in maniera costruttiva. Non è nemmeno chiaro se Harrison si riferisca a nuove comunicazioni oppure a quelle avvenute nei primi giorni dopo che King aveva attraversato il confine, quando le Nazioni Unite avevano detto di essere al lavoro per «risolvere l’incidente».

Matt Miller, portavoce del dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha detto di non essere al corrente di nuove comunicazioni tra le Nazioni Unite e la Corea del Nord, a parte quelle immediatamente successive all’ingresso del soldato nel paese.