Il ministro cinese che non si faceva vedere in pubblico da un mese è stato rimosso
Qin Gang, ministro degli Esteri, era in carica da dicembre: la Cina non ha dato spiegazioni sulla sua sostituzione
Martedì il governo cinese ha comunicato di aver rimosso dal suo incarico il ministro degli Esteri in carica, Qin Gang, uno dei funzionari più in vista dell’amministrazione del potente presidente Xi Jinping e uno dei più giovani a essere arrivati a occupare un ruolo di così alto livello nel suo governo. Qin era stato nominato ministro lo scorso dicembre ed era considerato molto vicino a Xi: il fatto che nelle ultime quattro settimane non si fosse mai fatto vedere in pubblico e non si fosse presentato agli impegni ufficiali aveva cominciato ad alimentare una serie di voci sul suo conto, facendo nascere il sospetto che potesse essere stato allontanato.
Quello di Qin sembra già uno dei casi più significativi di rapida ascesa e altrettanto veloce declino politico in quello che è un sistema di governo estremamente riservato e opaco.
In una breve nota, l’agenzia di stampa di stato cinese Xinhua ha annunciato la rimozione di Qin, aggiungendo che il provvedimento era stato approvato dall’organo incaricato di nominare i funzionari più importanti del governo e firmato dal presidente. Nella nota non viene fornita alcuna motivazione per la sua sostituzione, ma si dice che il suo ruolo verrà preso da Wang Yi, l’attuale direttore della commissione Esteri del Partito comunista, che era già stato ministro degli Esteri della Cina tra il 2013 e il 2022.
Qin, che ha 57 anni, lavorava per il ministero degli Esteri dal 1992: prima di essere nominato ministro era stato sia un suo portavoce che parte della missione diplomatica a Londra e infine ambasciatore negli Stati Uniti per due anni. È stato visto in pubblico per l’ultima volta il 25 giugno, un mese fa. Dopo aver incontrato il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken a metà giugno – in una visita considerata di notevole importanza per via dei rapporti tesi tra i due paesi – a inizio luglio Qin aveva saltato un incontro con l’Alto rappresentante per gli Affari esteri europei Josep Borrell. La sua assenza era stata giustificata con problemi di salute non meglio specificati.
In tutto questo tempo né il suo ministero né il governo cinese hanno dato notizie sul suo conto, motivo per cui si è cominciato a pensare a un possibile allontanamento forzato, per esempio a causa di motivi politici o per via di una relazione extraconiugale: il New York Times in particolare riferisce l’ipotesi di presunti legami di Qin con una persona nota della televisione cinese mentre era ambasciatore negli Stati Uniti. A ogni modo, come detto, le autorità cinesi non hanno fornito alcuna motivazione ufficiale per la sua rimozione.
In passato era già capitato che dei politici cinesi di così alto livello non si fossero fatti vedere in pubblico per molto tempo. Era successo allo stesso Xi Jinping, che poco prima di essere nominato presidente e segretario generale del Partito comunista cinese nel 2012 non si era visto per due settimane, alimentando una serie di speculazioni sul suo stato di salute o su possibili tensioni all’interno del partito. In altri casi alcuni importanti politici non si erano visti in pubblico per un po’ di tempo perché coinvolti in qualche indagine, oppure ancora per motivi mai chiariti.
Jude Blanchette, docente di studi cinesi al Center for Strategic and International Studies di Washington, ha notato che il fatto che Qin sia stato sostituito in circostanze così improvvise e opache «mostra l’instabilità che è ormai diventata una caratteristica del sistema politico di Xi». Sembra concordare anche Richard McGregor, ricercatore di politica estera cinese al Lowy Institute di Sydney, secondo cui comunque Xi è troppo potente per risentire in qualche modo della sostituzione di Qin.
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