La CDU può collaborare con l’estrema destra di Alternativa per la Germania?
Se ne discute dopo le aperture del leader del principale partito di centrodestra tedesco, Friedrich Merz, il quale però è stato molto criticato anche dalla sua stessa forza politica
Domenica Kai Wegner, sindaco di Berlino ed esponente dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU, il principale partito conservatore tedesco), ha assunto una posizione molto netta sulla possibilità che il suo partito collabori con quello di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD). In un tweet pubblicato in serata, Wegner ha detto: «La CDU non può, non vuole lavorare, e non lavorerà con un partito la cui strategia politica è l’odio, la divisione e l’esclusione».
Le parole di Wegner sono una risposta a una contestata dichiarazione del leader del suo partito, Friedrich Merz, che domenica aveva alluso alla possibilità di una collaborazione con l’AfD a livello locale. Merz ne aveva parlato durante un’intervista televisiva data al canale Zweites Deutsches Fernsehen, in cui aveva sostenuto che il suo partito avrebbe potuto collaborare «a livello comunale» con l’AfD, che negli ultimi tempi ha registrato un netto aumento dei consensi fino a diventare la seconda forza politica più popolare in Germania.
Lo scorso giugno l’AfD aveva ottenuto inoltre la sua prima vittoria elettorale a livello locale, con l’elezione di Robert Sesselmann a presidente del distretto di Sonneberg, in Turingia, stato della Germania centro-orientale.
Durante l’intervista Merz aveva aggiunto che il cosiddetto “cordone sanitario”, espressione che indica il rifiuto di uno o più partiti di collaborare o fare accordi con determinate forze politiche avversarie, dovrebbe applicarsi solo «agli organi legislativi compresi il Parlamento europeo, il Bundestag [il parlamento tedesco] e i parlamenti regionali»; ha aggiunto che nel caso in cui un sindaco dell’AfD sia eletto in una città o in un comune tedesco «è naturale che dobbiamo cercare dei modi per garantire che possiamo continuare a lavorare insieme nella città».
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Le parole di Merz hanno provocato forti dibattiti e nette prese di posizione all’interno del suo partito, la CDU. Merz era stato eletto leader nel novembre del 2021 e aveva promesso di rafforzare la CDU e di «dimezzare» i consensi dell’AfD. Molti membri del partito sono stati categorici sulla possibilità di dare spazio politico a un partito estremista di destra, oscurantista e populista, in cui membri anche influenti hanno fatto dichiarazioni negazioniste nei confronti dell’Olocausto, assunto posizioni di nazionalismo estremo e di xenofobia, soprattutto nei confronti delle persone musulmane, e negato l’esistenza del cambiamento climatico, tra le altre cose.
Oltre al sindaco di Berlino, contro le dichiarazioni di Merz si sono espressi anche Annette Widmann-Mauz, leader della Frauen Union della CDU, gruppo che riunisce le donne del partito, e Norbert Röttgen, ex capogruppo della CDU in parlamento e membro molto influente del partito. Röttgen ha detto che la linea della CDU sul non collaborare con l’AfD è da intendersi come vincolante, e che «chiunque voglia cambiare questa situazione deve trovare una maggioranza in una conferenza federale del partito». Röttgen ha aggiunto: «Fino ad allora tutti devono attenersi alla risoluzione».
Il consenso per AfD sembra particolarmente alto nelle zone dell’ex Germania est, dove il contesto economico e sociale è più problematico e in cui negli ultimi anni la fiducia nei partiti più istituzionali si è molto ridotta.