Gli eccezionali scandali nella politica di Singapore
Negli ultimi giorni ne sono stati rivelati due, di cui uno di corruzione, tra lo stupore di chi si era abituato a decenni di calma piatta
La scorsa settimana il ministro per i trasporti di Singapore, S. Iswaran, è stato arrestato con l’accusa di corruzione: è stato il primo caso di corruzione a coinvolgere un ministro negli ultimi 40 anni di storia del paese. Lunedì si sono inoltre dimessi due parlamentari dopo che era uscito che avevano avuto relazioni con persone sposate, violando i rigidi codici di condotta imposti ai membri del Partito di azione popolare (Pap), che è al governo ininterrottamente dal 1965. I due sono Tan Chuan-Jin, presidente del parlamento (54 anni, sposato, che in passato era stato indicato anche come possibile primo ministro) e Cheng Li Hui (47 anni, single).
Le notizie sono state assai riprese a Singapore, dove scandali simili sono molto rari, soprattutto all’interno del Pap. Ora diversi commentatori si chiedono se queste due storie possano avere conseguenze sul controllo che il primo ministro Lee Hsien Loong esercita sul partito e sul consenso popolare verso il Pap, che oggi gode di una larga maggioranza in parlamento.
All’interno della stessa indagine che ha portato all’arresto del ministro dei Trasporti è stato anche arrestato l’imprenditore alberghiero Ong Beng Seng. In passato il ministro aveva avuto diversi rapporti con Ong: per esempio i due avevano contribuito all’istituzione del Gran Premio di Formula 1 di Singapore nel 2008. Per ora non sono state rese pubbliche altre informazioni: l’unica cosa nota è che entrambi sono stati arrestati con l’accusa di corruzione, e che Ong è stato rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di 68mila euro.
Il Partito di azione popolare è al centro della politica di Singapore da sempre, e lo è stato anche dopo il 1965, cioè da quando Singapore fu espulso dalla Federazione della Malesia per disaccordi sia politici che economici col governo centrale malese. Tra i fondatori del partito c’era anche Lee Kuan Yew, padre dell’attuale primo ministro e a sua volta capo del governo fino al 1990: Lee Kuan Yew è ancora oggi molto apprezzato perché viene riconosciuto come il leader politico che ha portato prosperità a Singapore.
Gli scandali all’interno del Pap sono considerati così gravi perché il partito ha costruito da sempre parte della sua reputazione sul principio della “onestà” richiesta ai suoi membri, ancora oggi fondamentale. Dopo ogni elezione è consuetudine che il primo ministro mandi una lettera ai propri parlamentari nella quale illustra il codice di condotta a loro richiesto: «integrità, onestà e incorruttibilità» sono i presupposti necessari.
Le regole sono state stabilite per preservare la reputazione del Pap, ma anche perché a Singapore non esistono solidi sistemi di vigilanza sui vari poteri dello stato. Il sistema si basa di fatto sulla fiducia che i cittadini hanno verso la classe politica, che deve dimostrarsi degna di rimanere al governo garantendo efficienza e onestà. Inoltre, le generose indennità percepite da parlamentari e membri del governo devono essere giustificate: sono tra le più alte del mondo, e in passato erano state anche ridotte proprio in conseguenza di alcune forti polemiche da parte dell’opposizione.
Sono anche gli stipendi molto alti dei funzionari pubblici a spiegare perché la corruzione a Singapore è così rara e disonorevole. Per i ministri l’indennità di base è di 715mila S$ (dollari di Singapore) all’anno, che equivalgono a 483mila euro. Grazie ai molti bonus, spesso, lo stipendio annuo supera il milione di dollari di Singapore, 680mila euro. I parlamentari percepiscono invece un’indennità di oltre 192mila S$, circa 130mila euro. Secondo il Corruption Perceptions Index, uno studio annuale pubblicato dalla ONG Transparency International che elenca i paesi in base al livello di corruzione percepita, Singapore è il quinto paese meno corrotto al mondo.
C’è da considerare anche un’altra cosa: per una serie di motivi istituzionali fare opposizione a Singapore è molto difficile. Ciascun candidato che voglia presentarsi alle elezioni deve pagare una somma che corrisponde all’ultima indennità pagata ai parlamentari eletti in quel momento in parlamento, arrotondata ai 500 dollari: per le elezioni del 2020 bisognava versare 13.500S$, circa 9.200 euro. In caso di sconfitta, la somma non viene restituita. In alcuni collegi elettorali, poi, ciascun partito è obbligato a presentare quattro o cinque candidati (quindi a pagare molti soldi), e considerando il sistema elettorale, in cui chi vince nel collegio conquista tutti i seggi, spesso per i partiti di opposizione presentare molti candidati diventa poco vantaggioso.
La stessa definizione geografica dei collegi elettorali di Singapore non è realizzata da un organo indipendente, e se ne occupano alcune agenzie che rispondono direttamente al primo ministro. Per questo motivo in passato il governo è stato più volte accusato di praticare il gerrymandering, cioè di manipolare i confini geografici dei collegi elettorali a ridosso delle elezioni per assicurarsi un vantaggio.
La Costituzione poi prevede diversi casi in cui è possibile limitare la libertà di espressione, uno strumento a cui il parlamento ha fatto più volte ricorso. Nel 2019 il governo ha approvato una controversa legge grazie alla quale può rimuovere i contenuti online che ritiene falsi.
L’ultima volta che un politico di Singapore venne coinvolto in uno scandalo per corruzione era il 1986, quando l’allora ministro per lo sviluppo nazionale, Teh Cheang Wan, venne arrestato con l’accusa di aver accettato tangenti in cambio della vendita di un terreno di proprietà dello stato. Teh Cheang Wan si suicidò in carcere nello stesso anno, prima dell’inizio del processo, lasciando una lettera indirizzata al primo ministro Lee Kuan Yew in cui chiedeva scusa per la sua condotta.
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Dal 2018 nel Pap è in corso il “passaggio alla quarta generazione”, che prevede il rinnovamento dei politici nei principali incarichi di governo. Lawrence Wong, l’attuale ministro delle Finanze, in questo momento è il più probabile successore di Lee come primo ministro. Ad aprile 2022 era stato selezionato dalla direzione del partito come leader del “4G team” per la transizione alla nuova generazione di politici del Pap. A giugno dello stesso anno era stato nominato vice primo ministro, carica che ricopre tuttora. A Singapore le prossime elezioni politiche saranno nel 2025, ma non è ancora chiaro se Lee cederà il suo posto oppure se si ricandiderà come primo ministro.