Il ponte che collega la penisola di Crimea alla Russia è stato chiuso per la seconda volta in pochi giorni
Sabato per la seconda volta in pochi giorni è stato nuovamente chiuso al traffico il ponte che collega la Russia alla Crimea, la penisola ucraina che la Russia occupa militarmente dal 2014. Al momento non è chiaro perché il ponte sia stato chiuso o se sia stato danneggiato: le autorità russe in Crimea hanno sospeso la circolazione dopo un presunto attacco a un deposito di munizioni in Crimea per il quale è stato accusato l’esercito ucraino. Al momento non ci sono foto o altre prove dell’attacco, che non è stato confermato da fonti indipendenti. Secondo le autorità russe non ci sono stati morti né danni di alcun genere.
Il deposito è a circa 160 chilometri dal ponte e non è chiaro come il presunto attacco ucraino possa essere collegato alla chiusura. Dopo un primo annuncio sull’interruzione della circolazione il traffico era stato parzialmente riaperto per poi essere nuovamente interrotto.
Il ponte è lungo circa 18 chilometri e attraversa lo stretto di Kerch. È un’infrastruttura particolarmente importante sia dal punto di vista simbolico, perché per la Russia rappresenta il controllo sulla Crimea, sia da un punto di vista militare e strategico perché è una via di passaggio fondamentale per soldati e mezzi militari che vanno in Crimea dalla Russia, e da lì verso il fronte nel sud-est dell’Ucraina. Cinque giorni fa sul ponte c’erano già state delle esplosioni che avevano costretto le autorità russe a chiuderlo temporaneamente. Anche in quel caso la responsabilità era stata attribuita all’esercito ucraino. Circa due settimane fa il governo ucraino aveva rivendicato per la prima volta la responsabilità dell’esplosione che l’8 ottobre del 2022 aveva provocato il crollo parziale del ponte, causando cinque morti e un’interruzione della circolazione per varie settimane.
– Leggi anche: Perché il ponte di Crimea è diventato un obiettivo militare