È morto il cantante statunitense Tony Bennett
Aveva 96 anni ed era stato uno degli ultimi e più popolari “crooner”, quei cantanti pop e soul con un modo di cantare più intimo e sentimentale
È morto a 96 anni il cantante statunitense Tony Bennett, uno degli ultimi e più popolari crooner della musica degli Stati Uniti (i crooner sono quei cantanti pop e soul che adottano uno stile più personale e “parlato” rispetto agli altri, come in passato Dean Martin e Frank Sinatra e più di recente Michael Bublé).
Tony Bennett era nato come Anthony Dominick Benedetto nel Queens, a New York, da un padre calabrese e da una madre nata a New York da genitori calabresi. Iniziò a cantare quando era ancora un bambino: a dieci anni lo fece per esempio per l’inaugurazione del Triborough Bridge, un sistema di ponti e viadotti di New York che collega Manhattan, Queens e Bronx. Dopo avere combattuto nella Seconda guerra mondiale in Europa, tornò negli Stati Uniti nel 1946, dove prese lezioni di canto e musica.
Dopo qualche anno fu scoperto da Bob Hope e messo sotto contratto dalla Columbia. All’inizio degli anni Cinquanta infilò tre canzoni al numero uno, tra il pop e il crooning alla Sinatra, e la sua fama e carriera divenne internazionale, con frequenti avvicinamenti al jazz vero e proprio (fece anche dei dischi col pianista Bill Evans).
Negli anni Settanta la sua musica andò in crisi e lui ebbe guai di droga. Ma si reinventò su collaborazioni e cose pop meno datate negli anni Ottanta, soprattutto attraverso una serie di collaborazioni e duetti con rockstar più contemporanee, come Amy Winehouse e Lady Gaga. Nel 2021 gli fu diagnosticato il morbo di Alzheimer.