• Sport
  • Venerdì 21 luglio 2023

Jonas Vingegaard si è preso il Tour de France

In due giorni il ciclista danese ha rifilato oltre 7 minuti di distacco al rivale Tadej Pogačar, che gli era rimasto a lungo attaccato

Jonas Vingegaard (AP Photo/Thibault Camus)
Jonas Vingegaard (AP Photo/Thibault Camus)
Caricamento player

Alla quindicesima tappa del Tour de France, corsa domenica 16 luglio prima dell’ultimo giorno di riposo previsto, il confronto tra il danese Jonas Vingegaard e lo sloveno Tadej Pogačar era ancora apertissimo. Dopo due settimane di attacchi e risposte, i due avversari per eccellenza nel ciclismo di oggi erano divisi da appena dieci secondi. Poi c’è stato il giorno di riposo e alla ripresa l’unica tappa a cronometro di questo Tour, con delle parti in salita: da lì è cambiato tutto.

La cronometro del 18 luglio è stata vinta nettamente da Vingegaard con un distacco di 1 minuto e 35 secondi su Pogačar, già di per sé notevole se si considera che entrambi sono ottimi cronometristi e che fin lì i loro distacchi si erano sempre calcolati in secondi. E l’esito di quella cronometro ha in un certo senso anticipato quello che sarebbe successo il giorno dopo, nell’attesa tappa di montagna tra Saint-Gervais e Courchevel: 166 chilometri con una salita dopo l’altra.

Per Pogačar l’ultima vera tappa alpina del Tour de France è iniziata con una caduta a pochi chilometri dall’inizio che ha subito complicato le cose. A quattordici chilometri dall’arrivo ha avuto poi il crollo definitivo: si è staccato dal gruppo di cui faceva parte anche Vingegaard, che invece ne ha approfittato guadagnando un vantaggio complessivo in classifica generale di 7 minuti e 35 secondi, un’enormità a quattro giorni dalla conclusione.

Giovedì si è corsa una tappa pianeggiante in cui i distacchi sono rimasti invariati: Vingegaard in maglia gialla, Pogačar a 7 minuti e 35 secondi e dietro, lontanissimi, tutti gli altri. Al termine della tappa, Pogačar ha parlato brevemente alla stampa di quello che gli è successo, a cui non sembra riuscire ancora a dare una spiegazione: «Continuo a non capire cosa sia successo. Le prime due settimane sono andate bene ed ero ottimista. Forse la mia preparazione non è stata abbastanza buona».

Pogačar al termine della tappa di mercoledì (AP Photo/Thibault Camus)

Pogačar aveva iniziato il 2023 con ottime prestazioni, ma poi si era dovuto fermare per la frattura del polso sinistro rimediata in una caduta a fine aprile durante la Liegi-Bastogne-Liegi. Dopo quella caduta aveva corso solo due gare ed era arrivato quindi al Tour da sfavorito, o perlomeno senza essere considerato il grande favorito alla pari di Vingegaard, peraltro campione in carica.

Dopo gli esiti delle ultime tappe, ci si domanda se per tornare a vincere il Tour de France come fece nel 2020 e nel 2021 non debba rinunciare alle classiche di un giorno in primavera, quindi adottando l’approccio di Vingegaard, per cui il Tour de France è l’unico grande obiettivo della stagione. Quest’anno il danese ha partecipato soltanto a corse a tappe propedeutiche al Tour, evitando le classiche monumento, e i risultati si stanno vedendo, così come si erano visti nella sua vittoria dell’anno scorso.

Le prestazioni di Vingegaard, tuttavia, stanno attirando anche discussioni di altro genere. I controlli antidoping a cui è stato sottoposto di frequente negli ultimi giorni hanno alimentato le domande dei giornalisti presenti al Tour e il direttore dell’Equipe ha scritto che «rispondere a queste domande è una delle responsabilità che derivano dall’indossare la maglia gialla». E alla stampa olandese, Vingegaard ha risposto dicendo: «Posso dire che questi non sono i tempi di Lance Armstrong. Corriamo con carburante diverso da quello di Armstrong. Lo sport è chiaramente diverso ora. Sono felice di aver vinto la cronometro di martedì e sono sicuro al 100 per cento che nessuno mi toglierà mai le vittorie».

Venerdì i corridori al Tour de France affronteranno una tappa con leggeri dislivelli di 172 chilometri da Moirans-en-Montagne a Poligny. Sabato ci sarà l’ultima tappa di montagna — attraverso i Vosgi con arrivo alla stazione sciistica del Markstein — che potrebbe incidere sulla classifica generale, ma difficilmente andrà a toccare il primo posto di Vingegaard. Al termine di questa tappa il vincitore del Tour sarà certo. Il giorno dopo, domenica, la corsa si concluderà con la tradizionale “passerella” di Parigi.

– Leggi anche: Come iniziò il Tour de France