Una canzone di Lorraine Ellison
Ogni pensiero è fragile quando si parla di amori
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Ieri sera ero a Faenza, sono arrivato tardi perché da quando c’è lei i treni arrivano in ritardo di un’ora e passa, e ho cercato un posto dove mi dessero ancora qualcosa da mangiare alle undici. È un posto musicalmente creativo, Faenza, la sera: da un secondo piano usciva forte la musica di Profondo rosso, e quando ho trovato un accogliente ristorante con un giardino di ortensie e fili di lampadine e un oste gentile che mi hanno nutrito, la playlist è stata i New Trolls, Gianni Bella, Iva Zanicchi, Julio Iglesias.
Brunori ha fatto una canzone per un film con Valerio Lundini e Sergio Castellitto.
C’è una cover di Fast car di Tracy Chapman, di un giovane e popolarissimo cantante country che si chiama Luke Combs, che sta andando forte nelle classifiche americane: lui la cantava da un pezzo ma ora l’ha messa nel suo disco nuovo. Ma il Washington Post racconta come questo rinnovato successo della canzone mostri quanto poco inclusivo sia il country e come solo attraverso un interprete bianco eterosessuale una canzone come quella possa venire adottata nel country.
Invece sabato ero andato a Gardone a sentire Damien Rice: c’ero già stato per Glen Hansard, da un po’ di tempo fanno concerti in quel bel posto che è l’anfiteatro del Vittoriale (non so perché a un certo punto ci si sia messi spesso a chiamare “anfiteatro” dei teatri che non sono anfiteatri). L’altra volta avevo approfittato per visitare il Vittoriale, e peggiorare ulteriormente il mio giudizio su D’Annunzio (per cui avevo avuto invece una passione liceale); questa volta sono stato a Salò, molto piacevolmente, e ho visto una mostra sulla RSI bella e interessante, ma con una assai discutibile “neutralità” nel descrivere le parti in conflitto e un’inclinazione assolutoria sulla RSI stessa. Comunque, Damien Rice se l’è cavata bene, supplendo con le solite canzoni stupende a un set minimale (lui, un’occasionale violoncellista, e Francesca Michielin in visita nel finale) che non ha reso proprio “travolgente” il concerto.
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