La Russia ha nominato persone vicine a Putin a capo delle filiali russe di Danone e Carlsberg
Di cui aveva preso il controllo due giorni fa, sulla base di una legge diretta contro i governi «ostili»
Martedì il governo russo ha nominato Yakub Zakriev, ministro dell’Agricoltura della Cecenia, direttore della filiale russa dell’azienda produttrice di yogurt Danone. Taimuraz Bolloev, amico di lunga data del presidente russo Vladimir Putin, è stato invece nominato direttore della Baltika, azienda russa che produce birra per il gruppo Carlsberg.
Le nomine di Zakriev e Bolloev sono state annunciate due giorni dopo la pubblicazione del decreto con cui la Russia aveva preso il controllo delle filiali locali di Danone e Carlsberg, ponendole sotto «la gestione temporanea» dello stato. Il decreto era stato approvato sulla base di una nuova regola introdotta a inizio anno in Russia, secondo cui il governo può decidere di sequestrare i beni di aziende di paesi considerati «ostili».
Per motivi diversi sia Zakriev che Bolloev hanno legami molto stretti con Putin. Zakriev è il nipote di Ramzan Kadyrov, presidente della Cecenia e uno dei più noti alleati di Putin. Oltre a essere suo amico da molto tempo, Bolloev è anche molto vicino a Yuri e Mikhail Kovalchuk, due milionari russi molto leali a Putin che secondo fonti del Financial Times avevano espresso interesse verso la Baltika.
Sia i fratelli Kovalchuk che Kadyrov sono attualmente sottoposti alle sanzioni imposte da molti governi occidentali in risposta all’invasione dell’Ucraina: affidare la gestione delle filiali russe di Danone e Carlsberg a persone a loro vicine è un modo per aggirarle. Secondo alcuni analisti, l’obiettivo di Putin sarebbe arricchire i propri sostenitori per rafforzare la tenuta del suo regime, infliggendo danni economici alle aziende occidentali.
Danone e Carlsberg erano tra le migliaia di aziende occidentali che avevano deciso di interrompere i propri affari in Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina. Alcune ci erano già riuscite, altre, come Danone e Carlsberg, erano in trattativa da mesi per vendere le loro attività in Russia. Ci stavano provando tra molte difficoltà, dato che nel frattempo il governo russo lo aveva reso molto più complicato, aggiungendo condizioni spesso onerose e stabilite in modo arbitrario.
Danone, in particolare, era a pochi giorni dalla finalizzazione della vendita delle proprie attività in Russia. Carlsberg ha protestato contro la decisione del governo russo, definendo la situazione «inaspettata»; ha detto inoltre che sta valutando di avviare un procedimento legale contro la Russia.
Danone e Carlsberg non sono le prime aziende occidentali sequestrate dal governo russo, che lo scorso aprile aveva preso il controllo anche delle filiali russe delle aziende energetiche Fortum e Uniper, rispettivamente finlandese e tedesca. Anche in questo caso a capo delle due aziende sequestrate erano stati nominati dirigenti molto vicini a Putin.