La guardia costiera libica ha sparato a un peschereccio italiano in acque internazionali al largo della Libia
Il presidente della Federazione armatori siciliani, Fabio Micalizzi, ha fatto sapere che un peschereccio italiano è stato attaccato a colpi di mitra dalla cosiddetta Guardia costiera libica mentre si trovava in acque internazionali. La Guardia costiera libica è un corpo formato da milizie armate note per i loro metodi molto violenti, alcune delle quali responsabili del traffico di esseri umani che coinvolge le persone migranti. L’equipaggio del peschereccio (chiamato “Orizzonte”) è composto da cinque persone, nessuna delle quali è stata ferita. I membri dell’equipaggio hanno però fatto sapere che l’imbarcazione ha subito gravi danni al timone e alla cabina di comando che non permettono di manovrarla.
La nave era partita dalla Sicilia e stando al resoconto di Micalizzi al momento dell’attacco si trovava a più di 150 chilometri da Misurata, in Libia. L’attacco sarebbe avvenuto intorno alle 6 di mattina e da allora la nave è alla deriva. Le operazioni per individuare la nave sono state molto difficili perché la Guardia costiera libica ha sequestrato le schede telefoniche dei membri dell’equipaggio. Un elicottero da ricognizione e una nave della marina italiana stanno andando ora sul posto per soccorrere l’equipaggio ed eventualmente riportare in Sicilia il peschereccio.
In molte occasioni in passato la Guardia costiera libica ha assunto un comportamento particolarmente aggressivo e non è la prima volta che spara contro navi civili: era successo a inizio luglio contro alcuni gommoni della ong Sos Mediterranée. In quel caso la nave su cui operava la cosiddetta Guardia costiera libica era stata donata dall’Italia, e secondo Micalizzi anche nel caso del peschereccio “Orizzonte”. È un’informazione ancora da verificare, ma da anni la Guardia costiera libica è finanziata e addestrata dall’Italia e dall’Unione Europea per fermare le partenze dei migranti dalle coste libiche, con ogni mezzo.
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