La BBC ha parlato troppo dello scandalo che ha coinvolto il suo presentatore?
La televisione pubblica britannica ha occupato ore di palinsesto per il caso di Huw Edwards, forse per "pulirsi la coscienza"
Da oltre una settimana i media britannici stanno raccontando il caso di Huw Edwards, presentatore della BBC, la televisione nazionale, accusato di aver pagato una persona minorenne in cambio di foto sessualmente esplicite. Nonostante la polizia abbia detto negli ultimi giorni di non avere trovato alcuna prova del compimento di reati da parte di Edwards, lo scandalo ha continuato a occupare pagine e pagine dei tabloid britannici, ma anche ore di programmazione della stessa televisione pubblica britannica.
La BBC ha dato una grande rilevanza alla notizia e alle indagini, nell’intento di mostrare la sua integrità giornalistica nei confronti di un caso che la riguardava direttamente. Secondo molti osservatori, però, la televisione pubblica è andata anche oltre, contribuendo a un’attenzione mediatica sproporzionata al caso e a una sorta di processo pubblico che avrà ripercussioni gravi sulla carriera e sulla famiglia di Huw Edwards, attualmente ricoverato per gravi problemi di salute mentale.
Il caso intorno a Edwards era iniziato venerdì 7 luglio dopo che il Sun, tabloid inglese, aveva accusato un noto presentatore della BBC – di cui in quel momento non era stata ancora diffusa l’identità – di aver dato 35mila sterline, circa 41mila euro, a una persona minorenne in cambio di foto sessualmente esplicite. Di questa persona non si conosce né l’identità né il genere: nel denunciare la storia al Sun, la sua famiglia aveva solo detto che aveva 17 anni quando era stata contattata da Edwards per la prima volta, e che oggi ne ha 20. In base alle accuse riferite, i due si sarebbero scambiati foto e avrebbero organizzato videochiamate, e in almeno un caso la persona minorenne si sarebbe presentata in mutande di fronte alla telecamera.
I genitori avevano detto che il figlio o la figlia (non si sa il genere, appunto) aveva usato i soldi guadagnati per comprare crack, da cui aveva sviluppato una dipendenza, e di essersi rivolti alla stampa perché temevano per la sua incolumità. Avevano anche detto di aver avvertito per prima la BBC, lo scorso 19 maggio, ma che dopo quella segnalazione non c’erano state conseguenze.
Il caso aveva assunto presto rilevanza nazionale, e la ministra della Cultura britannica, Lucy Frazer, aveva organizzato un incontro urgente con il direttore generale della BBC, Tim Davie, per capire come svolgere le indagini interne. Sulla stampa e nei telegiornali il caso era stato spesso la prima notizia, soprattutto quando era stato rivelato il nome di Huw Edwards: gli era stato riservato più spazio rispetto alle scelte in politica estera del primo ministro britannico Rishi Sunak, ma anche alla riunione dei paesi della NATO di Vilnius, tenuta martedì e mercoledì della scorsa settimana nella capitale lituana e di cui si era parlato molto per le discussioni attorno alla possibile entrata dell’Ucraina nella NATO.
Edwards è uno dei presentatori più importanti e noti della BBC, dove lavora da quasi quarant’anni. Ha 61 anni e vive a Londra con la moglie e cinque figli, ha condotto il notiziario in alcuni dei momenti più importanti della storia dell’emittente, come la morte e i funerali della regina Elisabetta II, i due matrimoni dei figli dell’attuale re Carlo III, l’inaugurazione della presidenza di Barack Obama negli Stati Uniti e la morte di Nelson Mandela.
La sua importanza pubblica, nonché il suo impiego presso la BBC, televisione pubblica dalla grande tradizione ma anche soggetta negli ultimi anni a molti attacchi politici, sia da destra che da sinistra, hanno aumentato ulteriormente l’attenzione.
La BBC nei mesi precedenti aveva sottovalutato la segnalazione da parte della famiglia della persona minorenne. Poi, dopo le rivelazioni del Sun, aveva deciso di raccontare il caso in ogni suo singolo sviluppo: sul sito del canale il caso del presentatore, di cui non si indicava il nome, era sempre fra le prime notizie ed era aggiornato con un liveblog, uno speciale articolo che raccoglie aggiornamenti minuto per minuto. Tutte le varie redazioni della BBC, da quella televisiva alle varie divisioni radiofoniche e online, avevano giornalisti dedicati a coprire la storia in un modo che il direttore generale Davie ha definito «volontariamente muscolare, energico». Secondo fonti interne alla BBC oltre una dozzina di giornalisti sono stati dedicati al caso Edwards, almeno nei primi giorni.
Alan Rusbridger, ex direttore del Guardian, ha detto al New York Times: «La BBC ha perso il senso delle proporzioni, ha pensato di dover compensare la lentezza nel gestire i problemi mostrando di avere la coscienza pulita nel raccontarli». La volontà era quella di dimostrarsi trasparenti, anche per segnalare una netta differenza rispetto a come era stato trattato in passato il caso di Jimmy Savile, dj e conduttore televisivo della BBC che violentò centinaia di ragazze e bambine per anni. Allora la BBC fu accusata di aver coperto e non denunciato Savile: lo scandalo iniziò solo dopo la morte del conduttore, nel 2011.
Secondo alcuni, nel cercare questa totale trasparenza e integrità la BBC avrebbe superato diversi limiti, ad esempio riportando accuse non completamente confermate di una seconda persona che avrebbe lamentato atteggiamenti aggressivi del presentatore attraverso una app di dating, notizia frutto di un’indagine interna.
La grande rilevanza della BBC nel Regno Unito ha finito per amplificare il caso e definirne l’importanza, partendo oltretutto da una rivelazione del Sun, tabloid decisamente screditato e che ha confermato un approccio molto sensazionalistico e piuttosto superficiale nelle verifiche. Seguendo la storia in maniera così intensa, la BBC ha finito col legittimare l’approccio morboso e sensazionalistico del tabloid: una scelta che ora è messa in discussione anche da molti componenti della redazione.
Nel Regno Unito si è anche molto discusso della scelta di non rivelare il nome del presentatore coinvolto, anche per cautela rispetto alle rigide leggi britanniche sulla privacy e sulla tutela delle persone accusate di reati. La BBC ha in questo senso seguito le regole e rispettato la privacy e la presunzione di innocenza, ma secondo molti è stata una cautela “di facciata”: la grande attenzione riservata al caso e la presenza di alcuni indizi non troppo complessi da decifrare hanno fatto sì che il nome di Edwards finisse presto sui social network e nella discussione pubblica, prima ancora che sua moglie annunciasse pubblicamente che il conduttore di cui si parlava era suo marito.
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