Gli Stati Uniti provano a inserirsi nel cricket
In attesa di sapere se si giocherà alle Olimpiadi di Los Angeles, nel 2024 ci saranno i Mondiali e in questi giorni inizia il primo torneo professionistico in Nord America
Il 13 luglio inizierà negli Stati Uniti la prima edizione della Major League Cricket (MLC), il primo torneo professionistico statunitense di cricket. Il torneo durerà fino al 30 luglio e si giocherà con le regole del cricket T20, un formato ridotto, elaborato vent’anni fa e da allora sempre più popolare, dove le partite non vanno oltre le tre ore e mezza di gioco.
La Major League Cricket, per la quale è stato fatto un investimento iniziale di 120 milioni di dollari, è un tentativo di far crescere negli Stati Uniti quello che è considerato il secondo sport più seguito al mondo dopo il calcio. Oltre a essere estremamente popolare nel subcontinente indiano è seguito anche in anche in Regno Unito, Australia, Sudafrica, Nuova Zelanda e alcuni altri paesi del Commonwealth . Per diffondersi negli Stati Uniti dovrà però fare i conti con il baseball.
Le origini del cricket sono dibattute ma comunque legate all’Inghilterra del tardo Medioevo. Da lì il gioco (nelle sue varie declinazioni ed evoluzioni) arrivò piuttosto rapidamente anche in Nord America, raggiungendo un seguito considerevole già nell’Ottocento. Fino a prima della Guerra di secessione — iniziata nel 1861 e terminata nel 1865 — il cricket era ritenuto anche più popolare del baseball. Nel 1844 negli Stati Uniti fu disputata non a caso quella che si considera la prima partita internazionale di cricket (secondo certe versioni il primo evento sportivo, di ogni sport, tra due squadre nazionali) tra Stati Uniti e Canada (vinse il Canada dopo due giorni di gioco).
La popolarità del cricket diminuì però con il passare dei decenni e con la contestuale diffusione del baseball, uno sport simile, forse nato nel Regno Unito ma percepito come statunitense in un paese in cui tendono ad avere successo gli sport autoctoni.
Ora la MLC vuole provare a cambiare le cose. Al torneo parteciperanno sei squadre associate a città tra cui New York e San Francisco e una, i Texas Super Kings, allo stato che ospiterà gran parte delle partite della prima edizione: le altre si giocheranno a Morrisville, in North Carolina. Il proprietario di una delle squadre partecipanti, i Seattle Orcas, è peraltro Satya Nadella, il CEO di Microsoft di origini indiane.
Le partite saranno in tutto diciannove, con una fase preliminare a cui seguiranno i playoff. Data la brevità del torneo, per le squadre giocheranno alcuni giocatori statunitensi e altri stranieri di livello mondiale scelti attraverso un “draft” (una selezione a turno) come si usa fare nel seguitissimo campionato indiano, l’Indian Premier League.
Anzitutto la MLC punterà sui residenti negli Stati Uniti con origini nei paesi del cricket, in particolare l’India. L’idea però è di sfruttare il torneo anche per insegnare il cricket a chi non lo conosce, puntando in particolare sulle sue affinità con il baseball. A questo proposito, ha scritto l’Economist, la MLC «ha ingaggiato influencer che in genere si occupano di baseball per promuovere il cricket tra i loro follower». Sempre l’Economist, ma nel dicembre del 2022, aveva scritto che «il cricket e l’America» erano «fatti l’uno per l’altra», e che c’era molto da aspettarsi dall’incontro tra il «secondo sport più popolare al mondo e il più grande mercato sportivo al mondo».
Justin Geale, direttore delle competizioni per la MLC, ha detto al Guardian che l’obiettivo è di arrivare a un grande torneo annuale, come quello della Major League di baseball: «Ora stiamo costruendo l’infrastruttura, servono una Minor League [una serie minore, ndr], una Major League e una squadra nazionale competitiva. C’è tantissimo da fare e ci vorrà del tempo, ma credo che la crescita sarà grande, perché il prodotto è ottimo e funzionerà».
La nascita della MLC è inoltre legata al fatto che nel 2024 gli Stati Uniti ospiteranno, insieme con i paesi delle Indie occidentali, i Mondiali maschili di cricket T20. C’è anche chi pensa che lo sport abbia buone probabilità di essere incluso tra quelli olimpici in vista dei Giochi di Los Angeles 2028, sempre nel suo formato T20.
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