Il piano per rilanciare l’Orient Express
La società francese Accor sta restaurando 17 carrozze del leggendario treno, che dovrebbe ricominciare a viaggiare nel 2025
Molto probabilmente l’Orient Express è il treno passeggeri più famoso di sempre, parte dell’immaginario collettivo anche grazie al celebre romanzo di Agatha Christie Assassinio sull’Orient Express, pubblicato per la prima volta nel 1934. Il leggendario servizio, diventato sinonimo dei viaggi di lusso in treno, cominciò a viaggiare tra Parigi e Istanbul (allora Costantinopoli) alla fine dell’Ottocento, e nel corso del secolo successivo percorse vari itinerari per poi essere gradualmente abbandonato. Adesso il gruppo alberghiero di lusso Accor sta restaurando 17 delle carrozze che erano impiegate per il servizio tra gli anni Venti e gli anni Trenta, alcune delle quali sono state ritrovate un po’ per caso: l’obiettivo è che l’Orient Express possa tornare a viaggiare entro il 2025.
Il primo viaggio dell’Orient Express risale al giugno del 1883: gestito dalla società ferroviaria belga Compagnie Internationale des Wagons-Lits, collegò inizialmente Parigi a Vienna. Nel giro di pochi mesi il servizio venne esteso alla Romania, alla Bulgaria e infine alla capitale turca, cominciando ad avere un grande successo tra la clientela aristocratica, soprattutto quella britannica. Le carrozze dell’Orient Express comprendevano vagoni letto, ristoranti e depositi bagagli, ma anche salotti di lusso dove uomini e donne potevano riunirsi a fumare, leggere e chiacchierare. Quelle allestite dopo la Prima guerra mondiale, in particolare, erano note per il loro arredamento in stile art déco, con poltrone imbottite, tende di velluto e pannelli di vetro e legno intarsiato.
Anche se la tratta Parigi-Istanbul era la più nota, nel tempo gli itinerari dell’Orient Express furono svariati. Soprattutto tra gli anni Venti e gli anni Sessanta il servizio collegava varie città francesi, svizzere, tedesche e italiane ad altre dell’Europa orientale: tra queste c’erano Zurigo, Losanna, Monaco, Venezia, Budapest e Belgrado, ma tra gli altri esistevano anche i collegamenti con Londra e Atene. Negli anni seguenti alla Seconda guerra mondiale l’Orient Express divenne sempre meno popolare principalmente a causa della crescente diffusione dei voli aerei: nel 1977 smise di servire Istanbul e le tratte rimanenti cominciarono a essere via via accorciate. Il suo ultimo viaggio, tra Strasburgo e Vienna, fu nel dicembre del 2009.
Accor dice che negli anni Ottanta alcune carrozze che in origine erano state usate per l’Orient Express furono comprate da un imprenditore svizzero che decise di utilizzarle per un itinerario ancora più lungo e ambizioso, quello che portava da Parigi a Tokyo, due città che distano quasi 10mila chilometri (i passeggeri scendevano dal treno sulle coste cinesi, e poi salivano su un altro treno in Giappone). Il treno compì effettivamente questo tragitto, spiega Accor, ma poi di quelle carrozze non si seppe più nulla fino al 2015, quando un ricercatore francese impegnato nel censimento delle carrozze originali dell’Orient Express per conto della società ferroviaria francese (SNCF) le ritrovò con una modalità un po’ insolita: grazie a YouTube.
Guardando un video condiviso sul social network, il ricercatore Arthur Mettetal aveva notato 13 carrozze che sembravano essere dello stesso azzurro acceso di quelle usate per l’Orient Express a inizio Novecento. Facendo un po’ di ricerche con Google Maps, Mettetal scoprì che le carrozze erano parcheggiate vicino alla stazione di Malaszewicze, una cittadina polacca molto vicina al confine con la Bielorussia. Era quasi sicuro che fossero proprio alcune di quelle usate per il leggendario treno. Decise comunque di andarci di persona, confermando le sue ipotesi e restando sorpreso dal fatto che le decorazioni degli interni fossero rimaste quasi del tutto intatte.
A Malaszewicze erano parcheggiati vagoni letto, un vagone bar, uno dedicato al ristorante e altri ai bagni e al deposito bagagli. A parte qualche segno di usura «era come se il tempo si fosse fermato», ha detto Mettetal in un’intervista data a CNN nel 2022.
Un ex ferroviere del posto, Slawomir Denicki, ha raccontato che Malaszewicze si trova vicino a Biala Podlaska, ovvero una delle fermate intermedie dell’Orient Express che negli anni Ottanta portava da Parigi all’Asia, e che le carrozze erano state noleggiate nel 1993 per compiere viaggi turistici tra Pechino e Vladivostok, nella Russia orientale. Denicki ha detto che alla fine del contratto di noleggio i vagoni avrebbero dovuto essere restituiti alla società svizzera che li possedeva, ma per un motivo o per l’altro rimasero in Polonia.
Mettetal segnalò la sua scoperta ad Accor, che nel 2017 comprò metà dei diritti del marchio “Orient Express”, detenuto da SNCF, con l’idea di aprire una serie di alberghi a tema. Poi nel 2018 le 13 carrozze trovate da Mettetal vennero portate in Francia, dove nel 2021 cominciò il loro restauro, per farle ricominciare a viaggiare dal 2025 assieme ad altri quattro vagoni.
Il restauro è condotto dall’architetto parigino Maxime d’Angeac, che in base alle informazioni diffuse da Accor e alle prime simulazioni grafiche condivise sui social network sta combinando lo stile tradizionale degli arredi dei vagoni con elementi più moderni.
«Stiamo reimmaginando l’Orient Express per creare una cosa senza tempo», ha detto alla rivista Condé Nast Traveler Guillaume de Saint Lager, vicepresidente della società Orient Express, controllata da Accor. L’idea è trasformare le carrozze in «una fantasia: un treno che potrebbe essere stato fatto oggi oppure cento anni fa – chiaramente con l’aggiunta dei comfort moderni», ha commentato.
Una volta completato, il treno dovrebbe avere 12 carrozze letto, un vagone ristorante, un vagone deposito e tre suite, tra cui una da 60 metri quadrati con ingresso privato, salotto, ufficio, bagno e altri servizi. L’idea è che a partire dal 2025 ricominci a viaggiare sulla sua tratta più nota, quella tra Parigi e Istanbul, ma l’itinerario deve ancora essere definito. L’intero progetto «è stato concepito come un’opera d’arte», ha detto d’Angeac.
Anche se il vero e proprio Orient Express non esiste più dal 2009, dagli anni Ottanta la società inglese Belmond opera il Venice Simplon-Orient-Express, un treno di lusso che collega Londra, Venezia e altre città europee. Nel 2024 sempre Accor invece punta a inaugurare l’itinerario dell’Orient Express “La dolce vita”, che è ispirato allo stile italiano degli anni Sessanta e Settanta e permetterà di raggiungere varie città italiane, tra cui Roma, Venezia, Siena e Matera.
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