Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di aver proposto a Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo Wagner, di entrare con i suoi soldati nell’esercito russo: Prigozhin avrebbe rifiutato
In un’intervista al giornale russo Kommersant, il presidente russo Vladimir Putin ha detto di aver proposto formalmente al capo del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, di far entrare il gruppo nell’esercito regolare russo. Prigozhin avrebbe rifiutato l’offerta. Negli scorsi giorni era emersa la notizia che Putin e Prigozhin si fossero incontrati alcuni giorni dopo la rivolta armata compiuta dal gruppo Wagner in Russia, ma non si sapeva cosa si fossero detti. È la prima volta che Putin parla in prima persona dell’incontro e di una proposta fatta a Prigozhin.
Secondo Putin la proposta prevedeva che il gruppo Wagner mantenesse una certa autonomia anche all’interno dell’esercito regolare, restando sotto la guida di uno degli attuali comandanti di alto rango del gruppo. Putin ha detto che diversi comandanti del gruppo Wagner presenti all’incontro gli erano sembrati favorevoli alla proposta, ma che Prigozhin avrebbe comunque rifiutato senza consultarli dicendo che erano proprio «i ragazzi», cioè i comandanti di Wagner, a non essere d’accordo: Putin è noto per mentire con una certa frequenza a scopi propagandistici, e non è chiaro quanto ci si possa fidare delle sue affermazioni in questo contesto.
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Già da prima della rivolta del 24 giugno il governo russo era sembrato intenzionato ad assumere più direttamente e saldamente il controllo del gruppo Wagner, per non dipendere troppo da Prigozhin che era considerato difficilmente gestibile. Prigozhin si è sempre opposto con forza a questa possibilità, e aveva anzi motivato la rivolta parlando proprio di un tentativo del governo russo di prendere il controllo del gruppo Wagner. La rivolta si era conclusa dopo circa 24 ore con una specie di accordo fra Putin e Prigozhin mediato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, i cui contenuti però non sono mai stati resi pubblici.
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