Le discussioni attorno alla festa più importante e divisiva dell’Irlanda del Nord
È il Twelfth, che i protestanti celebrano ogni anno il 12 luglio e che è mal sopportato dalla comunità cattolica nordirlandese
Mercoledì scorso, il 12 luglio, in Irlanda del Nord è stato celebrato il “Twelfth”, la più importante festa nazionale del paese che si celebra ogni anno dal 1795. Il Twelfth è anche la festa più controversa, perché divide la comunità cattolica e quella protestante, che rappresentano ciascuna circa la metà della popolazione nordirlandese e i cui scontri hanno caratterizzato buona parte della storia recente dell’Irlanda del Nord. In occasione del Twelfth, le persone di religione protestante marciano e sfilano nelle città nordirlandesi insieme a bande musicali che suonano canzoni tradizionali, soprattutto attraversando i quartieri a maggioranza cattolica. In passato era in queste occasioni che i festeggiamenti diventavano scontri violenti: è dal 2018 però che non si verificano incidenti gravi.
Il Twelfth – che vuol dire “dodicesimo” – è celebrato da più di due secoli in ricordo della battaglia del Boyne, fiume a nord di Dublino, del 1690. La battaglia fu combattuta due anni dopo la Gloriosa Rivoluzione, con la quale il re cattolico Giacomo II era stato deposto e sostituito con Guglielmo III d’Orange, di religione protestante. A Boyne, Giacomo II, sostenuto dalla Francia, si scontrò di nuovo con Guglielmo III, sostenuto dall’Olanda, ma fu sconfitto, anche se in seguito i due schieramenti si scontrarono in altre occasioni. Il Twelfth è proprio la celebrazione della vittoria di Guglielmo III e dei protestanti sulla parte rivale.
La comunità cattolica dell’Irlanda del Nord ha sempre percepito il Twelfth come l’occasione dei protestanti di ricordarle la sua posizione di inferiorità nella società nordirlandese (i protestanti sono stati a lungo la maggioranza, anche se dal 2022 i cattolici sono di più): i cattolici sono tendenzialmente indipendentisti, quindi favorevoli a ricongiungere l’Irlanda del Nord con la Repubblica Irlandese, mentre i protestanti sono di tendenze unioniste, ovvero favorevoli a mantenere l’appartenenza dell’Irlanda del Nord al Regno Unito.
Tra le due comunità c’è sempre stata tensione, soprattutto dopo decenni di una quasi guerra civile che raggiunse il culmine con gli attentati e gli scontri del periodo conosciuto come i “Troubles”, tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta del Novecento. Il conflitto interno finì nel 1998 con l’Accordo del Venerdì Santo, ma le divisioni sono rimaste. A Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord, alcuni quartieri sono ancora separati l’uno dall’altro da muri e protezioni, per limitare scontri tra le due comunità.
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Le celebrazioni per il Twelfth durano molti giorni, prima e dopo il dodici luglio, durante i quali le città nordirlandesi vengono addobbate con festoni, bandiere del Regno Unito e bandiere dell’Ulster, una croce rossa su sfondo giallo al cui centro si trova una mano sollevata che rappresenta l’omonima provincia (delle quattro province con le quali veniva tradizionalmente divisa l’isola d’Irlanda, l’Ulster è quella più a nord: è formata da nove contee, sei delle quali costituiscono l’Irlanda del Nord).
La notte dell’11 luglio, che precede il Twelfth, è chiamata “Eleventh Night” o “Bonfire night” – undicesima notte o notte del falò – e viene celebrata per le stesse ragioni. Vengono preparati e poi bruciati cumuli di paglia e legno alti più di dieci metri, sui quali non è raro che vengano messe bandiere della Repubblica d’Irlanda, immagini dei leader politici irlandesi e simboli religiosi tradizionalmente legati al cattolicesimo. È il momento delle celebrazioni che viene più criticato, e ormai è anche quello in cui in avvengono più incidenti legati sia alla preparazione dei falò che a quando gli viene dato fuoco.
Le celebrazioni del Twelfth sono organizzate dall’Ordine d’Orange, che esiste dal 1795 e oggi è composto da protestanti molto tradizionalisti. I componenti dell’Ordine, i cosiddetti “Orange Men”, sono stati i sostenitori più agguerriti della continuità territoriale col Regno Unito, opponendosi all’indipendentismo irlandese e in seguito anche a quello scozzese. Le idee degli Orange Men sono considerate discriminatorie e settarie: per esempio hanno sempre rivendicato il sistema di privilegi di cui hanno goduto i protestanti in Irlanda, dall’insediamento di Guglielmo III fino al Ventesimo secolo. I privilegi erano tutelati dalle “leggi penali irlandesi”, che per esempio impedivano ai non protestanti (e quindi principalmente ai cattolici) di lavorare negli uffici pubblici, di fare politica o anche solo di possedere cavalli dal valore più alto di cinque sterline.
Le leggi penali irlandesi contribuirono alla creazione della cosiddetta “Protestant Ascendancy”, la classe dominante protestante che in Irlanda era sotto la protezione del sovrano d’Inghilterra e che mantenne il potere fino agli anni Venti del Novecento, quando l’isola d’Irlanda fu divisa nelle due nazioni che la compongono.
Da un po’ di tempo l’Ordine d’Orange si lamenta che si sia perso lo spirito originale delle celebrazioni del Twelfth, sottolineando in particolare i numerosi episodi di disordini, vandalismo e violenze causate per lo più dall’abuso di alcol nelle serate dell’11 e del 12 luglio. Anche se negli ultimi anni questi episodi si sono ridotti, la scorsa settimana sui giornali nordirlandesi è stata diffusa una lettera interna all’Ordine che conteneva un progetto di revisione dell’organizzazione della marcia per evitare nuovi disordini in futuro.
Questa settimana un parlamentare irlandese appartenente al partito dei Verdi, Patrick Costello, ha parlato dell’ipotesi che in futuro il Twelfth possa diventare anche in Irlanda una festa nazionale: secondo Costello sarebbe un modo per unificare ulteriormente il paese. Costello è stato criticato soprattutto dagli unionisti, che ritengono che adottare una festa ritenuta discriminatoria per una buona parte della popolazione non sia la via più efficace per creare coesione nazionale. Per il momento, comunque, non ci sono piani concreti per realizzare la proposta di Costello.
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