I viaggi aerei in Africa sono lenti e costosi
È così da sempre per problemi strutturali, legati al fatto che gli aeroporti del continente sono poco integrati e le tasse sono altissime
Volare tra qualsiasi paese e continente fuori dall’Africa è più veloce e meno costoso di un volo di pari distanza all’interno del continente africano, dove per percorrere anche tratte piuttosto brevi possono servire centinaia di dollari e una gran quantità di tempo da perdere tra scali e controlli. È un divario che esiste da tempo, il mercato aereo africano non è mai riuscito davvero a svilupparsi e a diventare concorrenziale, ma ha mantenuto grosse inefficienze strutturali, che non hanno niente a che fare con le difficoltà che sta vivendo il settore aereo tra rincari e scioperi del personale.
Un’analisi di BBC spiega che i voli interni all’Africa sono tra i più costosi al mondo e fa un paragone tra rotte di pari distanza: un volo diretto tra Berlino e Istanbul costa mediamente 150 euro per una durata complessiva di 3 ore; per una tratta simile, mettiamo tra Kinshasa, la capitale del Congo, e Lagos, la città più grande della Nigeria, ci vogliono tra i 500 e gli 850 euro per il biglietto di un volo con almeno uno scalo e per una durata fino a 20 ore.
Il fatto di non avere collegamenti aerei efficienti a livello continentale ha delle ricadute negative non solo sul turismo straniero in Africa, ma anche sulle possibilità di spostarsi per le classi medie dei paesi africani. Il trasporto aereo potrebbe essere utilizzato anche per le merci, vista la scarsa qualità delle strade e la mancanza di ferrovie in molti paesi: anche in questo caso però il costo è troppo alto per le aziende.
I motivi per cui i voli costano così tanto sono essenzialmente tre. Il primo è che agli scali africani si pagano tasse aeroportuali altissime, che poi le compagnie scaricano sui prezzi dei biglietti. Il secondo riguarda il fatto che gli aeroporti dei vari Stati non fanno parte di una rete più ampia a livello continentale, non sono integrati tra loro e non hanno un sistema di regole e funzionamenti condiviso, il che rende difficoltosa la gestione delle rotte e degli scali. Il terzo è legato alle compagnie aeree, che sono quasi tutte statali, piccole e inefficienti, col risultato che non riescono a offrire biglietti a prezzi concorrenziali.
Gli stati africani hanno cercato per decenni di risolvere il secondo problema. Esiste un accordo firmato tra 34 di loro che però non ha ancora prodotto risultati concreti: è il Single African Air Transport Market, pensato per promuovere la concorrenza tra le compagnie aeree e per creare un insieme di regole uniformi tra i vari paesi in modo da migliorare le rotte, semplificare le procedure e abbassare i costi per le compagnie.
I voli all’interno del continente sono infatti ancora gestiti secondo complicati accordi bilaterali tra i paesi, secondo regole diverse che cambiano a seconda dell’aeroporto di partenza e di arrivo. E il fatto che il mercato aereo africano sia estremamente frammentato, con tante piccole compagnie aeree di bandiera a controllo pubblico che a stento coprono i costi o che addirittura operano in perdita complica la situazione. Tuttavia, nonostante le evidenti difficoltà economiche delle aziende, i governi dei paesi africani sono perlopiù restii a liberalizzarle, in parte perché possedere una compagnia di bandiera è un motivo di orgoglio nazionale.
Secondo alcune stime della IATA, l’associazione internazionale del trasporto aereo che rappresenta gran parte delle compagnie aeree, in realtà ci sarebbero enormi potenzialità di sviluppo per il settore aereo africano: se anche solo una parte dei paesi si mettesse d’accordo per aumentare i collegamenti e favorire la concorrenza, la IATA dice che potrebbero crearsi immediatamente 155mila posti di lavoro e una spinta notevole all’economia.
C’è tuttavia almeno un’azienda che è riuscita a crescere nonostante le rigidità del mercato aereo in Africa: Ethiopian Airlines, la compagnia di bandiera etiope. Nel giro di 15 anni ha più che triplicato il numero di dipendenti, ha raddoppiato la sua flotta per il trasporto merci e passeggeri, e ha reso l’aeroporto di Addis Abeba uno scalo al centro delle strategie del paese, importante anche per tutta la zona del corno d’Africa.
Ethiopian Airlines è un’eccezione, per una serie di fattori. Innanzitutto la posizione competitiva del suo aeroporto di riferimento, quello di Addis Abeba, che si trova più o meno a metà tra l’Asia e l’America. Inoltre, nonostante fosse un’azienda statale, a livello manageriale è sempre riuscita a non farsi influenzare dalle instabilità politiche del paese. Allo stesso tempo, la partecipazione pubblica le ha garantito una sostanziale protezione dalla concorrenza esterna: per esempio, per le altre compagnie è difficile ottenere i permessi per volare sull’aeroporto di Addis Abeba, diventato una specie di monopolio di Ethiopian Airlines.