Forse si è conclusa la disputa sull’eredità di Aretha Franklin
Andava avanti da anni tra tre dei quattro figli e c'entra un testamento scritto a mano ritrovato tra i cuscini di un divano
Martedì un tribunale del Michigan ha messo fine a una lunga disputa sull’eredità di Aretha Franklin, una delle più grandi cantanti di sempre, morta a 76 anni il 16 agosto del 2018. La questione girava attorno a due testamenti scritti a mano che erano stati trovati nella casa di Franklin fuori Detroit a maggio del 2019, nove mesi dopo la sua morte. Uno risaliva al 2014 ed era scritto su un quaderno ad anelli che si trovava sotto il cuscino di un divano; un altro risalente al 2010 era stato trovato in un armadietto chiuso a chiave.
Per mesi la famiglia aveva creduto che Franklin non avesse lasciato un testamento e arrivò alla conclusione che la sua eredità dovesse essere divisa equamente tra i quattro figli – Kecalf Franklin, Edward Franklin, Clarence Franklin e Ted White Jr. – come previsto dalla legge del Michigan. Dopo il ritrovamento dei due testamenti però la distribuzione dell’eredità fu rimessa in discussione. Dopo anni, martedì una giuria ha stabilito che l’eredità debba essere divisa tra i figli secondo le volontà espresse da Franklin nel testamento del 2014.
Entrambi i documenti erano senza dubbio scritti a mano da Franklin, ma non erano stati supervisionati da un avvocato e non contenevano le firme di testimoni: quello del 2010 era più lungo e completo (una decina di pagine) e aveva la firma di Franklin su ogni pagina. Anche quello del 2014 risultava firmato ma c’erano alcuni dubbi sulla validità della firma.
Il testamento del 2010 prevedeva una distribuzione equa dei beni e dei guadagni dei diritti musicali tra i quattro figli, con la clausola che Kecalf e Edward dovessero «frequentare corsi di economia e ottenere un certificato o una laurea» per poterne entrare in possesso. Quello del 2014 invece prevedeva che i guadagni derivanti dai diritti musicali fossero divisi tra tre figli (tutti tranne Clarence) e che Kecalf e i suoi figli ricevessero la casa di Bloomfield Hills dove Franklin viveva, e che valeva circa un milione di euro quando morì. Nel testamento del 2014 inoltre venivano lasciate a Kecalf tutte le macchine: una Mercedes-Benz, due Cadillac e una Ford Thunderbird.
Negli anni Kecalf e Edward hanno sostenuto che il testamento a cui fare riferimento dovesse essere quello del 2014, mentre Ted White Jr. – che è il più giovane e aveva lavorato con la madre seguendola in tour come chitarrista – si era battuto per far valere quello del 2010. Durante la sua testimonianza al processo Kecalf ha detto che Franklin era solita lavorare sul divano e che non gli sembra strano che potesse aver lasciato lì il suo ultimo testamento.
Clarence, il primogenito avuto da Franklin quando aveva 12 anni, vive in una casa di cura ed è stato messo sotto tutela per via delle sue condizioni di salute mentale: secondo gli atti del processo citati dal New York Times, gli altri fratelli avrebbero garantito di occuparsi di lui economicamente. Sempre il New York Times ha scritto che, secondo quanto affermato dalla giudice che ha seguito il caso, anche dopo la decisione della giuria White potrà comunque chiedere che si tengano in considerazione alcune parti del testamento del 2010.