L’Azerbaijan ha bloccato il passaggio sull’unica strada che collega il territorio separatista del Nagorno-Karabakh con l’Armenia
Il governo dell’Azerbaijan ha ordinato la chiusura al traffico dell’unica strada che collega l’Armenia e il Nagorno-Karabakh, un territorio separatista interno all’Azerbaijan dove la maggioranza della popolazione è armena. Il governo azero ha giustificato la decisione dicendo che i convogli umanitari della Croce Rossa avrebbero trasportato nella regione beni di contrabbando, fra cui telefonini, parti di ricambio per telefoni, sigarette e benzina. La strada, chiamata corridoio di Lachin, è essenziale per il rifornimento di viveri e beni di prima necessità nel territorio separatista, e di frequente ci si verificano scontri fra azeri e armeni.
Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha negato che i mezzi sotto il suo controllo abbiano compiuto qualsiasi azione di contrabbando, ma ha ammesso che questo fosse avvenuto sui veicoli di autisti che aveva ingaggiato. Questi veicoli erano di proprietà degli autisti, e portavano solo temporaneamente i simboli della Croce Rossa. Gli autisti non erano parte dello staff della Croce Rossa, e sono stati subito licenziati.
Alcuni attivisti che si dichiarano ambientalisti bloccano dal 12 dicembre il corridoio di Lachin, chiedendo che il governo azero indaghi sulle operazioni minerarie illegali nella zona. Il governo, che ufficialmente non è affiliato ai manifestanti, non ha fatto nulla per sgomberarli. La strada finora era stata comunque aperta a mezzi umanitari, di emergenza e di peacekeeping.
Ad aprile l’Azerbaijan aveva istituito un posto di blocco al confine del territorio, in contrasto con una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, un organo dell’ONU, che ordina all’Azerbaijan di garantire il libero movimento sulla strada. L’Armenia ha accusato l’Azerbaijan di aver istituito un embargo sul Nagorno-Karabakh.
Per il controllo del Nagorno-Karabakh Armenia e Azerbaijan sono in conflitto da decenni, e hanno combattuto due guerre in cui sono state uccise migliaia di persone. L’ultimo cessate il fuoco era stato concordato lo scorso settembre, ma gli episodi di violenza sono frequenti e costanti.