Il governo cambogiano vorrebbe fare a meno di Facebook, ma non può
Lo aveva annunciato, ehm, su Facebook: ma ha dovuto ritrattare, perché è alla base di una parte importante dell'economia del paese
Negli ultimi giorni un annuncio del governo cambogiano che comunicava l’intenzione di interrompere le relazioni con Facebook ha generato un caso politico: alla piattaforma sono infatti iscritti più di 11 milioni di cittadini cambogiani su un totale di 16,6 milioni, ed è spesso descritta come “l’internet della Cambogia”, perché ospita molti pezzi dell’economia locale e permette il funzionamento di diversi servizi importanti. Per questo, nel giro di poco tempo il primo ministro Hun Sen ha dovuto riconsiderare la decisione, che aveva preso per motivi di interesse politico personale. La diffusione e l’importanza di Facebook in Cambogia sono testimoniate dal fatto che, per fare l’annuncio, il governo aveva dovuto paradossalmente fare ricorso proprio a Facebook.
La ragione dietro all’annuncio riguarda la recente scelta dell’Oversight Board di Meta – organo incaricato di prendere le decisioni più importanti riguardo alla moderazione dei contenuti per la società che controlla, oltre a Facebook, anche Instagram e WhatsApp – di rimuovere Hun Sen dalla piattaforma per 6 mesi. In risposta il primo ministro, che è al potere dal 1985, aveva cancellato il suo profilo e si era spostato su Telegram, mentre il suo governo aveva detto di voler espellere i dipendenti di Meta dal paese e interrompere le collaborazioni tra la piattaforma e il settore privato.
L’Oversight Board aveva ordinato a Facebook di rimuovere dal profilo del primo ministro cambogiano il video pubblicato a gennaio di un discorso in cui invitava i suoi oppositori politici a scegliere fra «il sistema legale o una mazza», e in cui minacciava di mandare presto «dei gangster a casa loro». Hun Sen, che ha 70 anni, è uno dei più longevi capi di stato o di governo al mondo. È un ex comandante dei khmer rossi, ed è a capo di un regime autocratico. Facebook all’inizio aveva valutato che il video che aveva pubblicato avesse «rilevanza informativa», trattandosi di un discorso di un capo di stato, ma l’Oversight Board ha stabilito che «il contenuto violava gli standard della community in materia di violenza e istigazione alla violenza».
In più, «considerata la gravità della violazione, i precedenti di Hun Sen nel perpetrare violazioni dei diritti umani e intimidazioni nei confronti degli oppositori politici, nonché il suo uso strategico dei social media per amplificare tali minacce», il Board aveva invitato Meta «a sospendere immediatamente la pagina Facebook e l’account Instagram di Hun Sen per 6 mesi».
Dopo l’uscita del comunicato, il primo ministro cambogiano aveva cancellato il suo profilo, seguito da 14 milioni di persone. Il 4 luglio il ministero degli Affari Esteri ha anche dichiarato i 22 membri dell’Oversight Board persona non grata, impedendo loro di entrare in Cambogia. Spostatosi su Telegram, Hun Sen ha minacciato di chiudere completamente Facebook, affermazione che però ha smentito poco dopo, rassicurando la popolazione che saranno solo gli organi ufficiali a distaccarsene.
Avere Facebook in Cambogia è piuttosto indispensabile: Facebook Marketplace è la piattaforma online principale per l’acquisto di abbigliamento, cosmetici e medicinali. Se venisse chiusa, molte persone perderebbero probabilmente il proprio lavoro. Facebook è così popolare che le principali compagnie di telecomunicazioni cambogiane prevedono degli abbonamenti speciali con cui, per cinque centesimi al giorno, è possibile usare il social senza consumare dati. L’intenzione del governo di togliere gli account delle istituzioni dalla piattaforma, ha sostenuto il portavoce Phay Siphan parlando con la testata online Rest of World, non danneggerà la popolazione. In realtà si pensa che potrebbe comunque creare dei disagi e far venir meno dei servizi: negli anni Meta ha finanziato per esempio diversi programmi di alfabetizzazione digitale per gli studenti cambogiani delle scuole superiori e ha creato in collaborazione con il governo un database sull’economia digitale.
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La decisione di Hun Sen gli ha fatto perdere comunque uno dei suoi principali mezzi di propaganda. Nonostante il fatto che il suo sarà l’unico vero partito candidato alle elezioni che si terranno fra meno di un mese, dopo che il governo aveva fatto sciogliere per l’ennesima volta un partito di opposizione, la sua assenza dal principale social media del paese potrebbe avere degli effetti, perché la maggior parte dei cambogiani ora dovrà eventualmente andare a cercare più attivamente i suoi contenuti, se vorrà vederli. Su Telegram il suo canale ha meno di un milione di follower, mentre TikTok non è ancora così diffuso in Cambogia e lì il suo account è seguito solo da 100 mila persone. Gli altri membri del governo, e persino il suo figlio maggiore e successore designato, dopo qualche giorno hanno ricominciato ad utilizzare Facebook con regolarità e non sembrano intenzionati a lasciarlo spontaneamente.
Hun Sen ha comunque iniziato a promuovere vigorosamente il suo nuovo account Telegram: un funzionario rimasto anonimo ha riferito a Rest of World che i codici QR per iscriversi al suo canale sono attaccati ai tavoli del ministero del Lavoro e alcuni studenti sono stati invitati a seguire il primo ministro attraverso i gruppi di chat della loro classe. Secondo il quotidiano nazionale filogovernativo Khmer Times, Hun Sen avrebbe anche chiesto di incontrare il proprietario di un account TikTok dedicato alla pubblicazione di contenuti su di lui con molti più follower del suo, dicendo che «potrebbe prendere il controllo dell’account non ufficiale, dato che i suoi follower sono comunque suoi fan».