Le accuse al figlio di Ignazio La Russa, dall’inizio
Una 22enne lo ha denunciato per uno stupro che sarebbe avvenuto mentre lei era incosciente: lui dice che il rapporto era consensuale
Venerdì 7 luglio il Corriere della Sera ha reso nota un’inchiesta della procura di Milano su Leonardo Apache La Russa, figlio 19enne del presidente del Senato Ignazio La Russa, accusato di aver stuprato una ragazza di 22 anni. Il presunto stupro sarebbe avvenuto il 18 maggio, dopo una serata in cui i due si erano incontrati in una discoteca del centro di Milano. Nella denuncia, citata dal Corriere della Sera, la ragazza ha detto di essersi svegliata la mattina dopo in stato confusionale, nuda di fianco a La Russa. Ha detto di ricordare solo di aver bevuto due drink con lui e di aver dimenticato il resto della serata da quel momento in poi.
Sempre nel testo della denuncia, la ragazza ha raccontato di aver chiesto a La Russa cosa fosse successo: lui le avrebbe risposto che avevano avuto un rapporto sessuale mentre lei era sotto effetto di sostanze stupefacenti, e che anche un suo amico che stava dormendo in un’altra stanza aveva avuto un rapporto con lei a sua insaputa. Nei giorni successivi sono state pubblicate anche alcune conversazioni su WhatsApp di quella mattina tra la ragazza e un’amica, in cui quest’ultima le dice di ritenere che La Russa l’abbia drogata.
Il giorno dopo, il 19 maggio, la ragazza accompagnata dalla madre sarebbe andata a fare una visita ginecologica al centro antiviolenza della clinica Mangiagalli di Milano, per verificare se avesse i segni di un eventuale stupro. Il Corriere ha riportato anche il contenuto del referto medico ricevuto dopo la visita: sono state trovate tre lesioni, ma al momento non è chiaro se siano compatibili con una violenza sessuale. La ragazza sarebbe risultata positiva alla cocaina, alla cannabis e alle benzodiazepine, farmaci con proprietà ansiolitiche. Lei stessa avrebbe dichiarato di aver assunto un tranquillante Xanax, non è chiaro se prima o dopo la serata in discoteca. Avrebbe anche detto di aver assunto cocaina, come si capisce dalle conversazioni su WhatsApp con l’amica diffuse sui giornali.
Dalla stessa chat della mattina dopo emerge anche che durante la serata la ragazza fosse apparsa all’amica in uno stato di evidente alterazione, dopo che aveva bevuto i drink con La Russa. L’amica le ha detto di averla vista mentre baciava La Russa in quello stato e di non essere riuscita a portarla via perché lei si era rifiutata e poi non si era fatta più trovare.
Il riscontro di eventuali lesioni in ogni caso non è indispensabile a configurare una violenza sessuale: secondo l’articolo 609 del codice penale, è perseguibile per violenza sessuale non solo chi «con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali», ma anche chi abusa di «condizioni di inferiorità fisica o psichica al momento del fatto». Insomma, lo stupro potrebbe essere avvenuto anche nel caso in cui La Russa non avesse drogato la ragazza, se per esempio la ragazza fosse stata incosciente per altri motivi. La pena prevista va dai 6 ai 12 anni di carcere.
La denuncia è stata presentata dall’avvocato della ragazza, Stefano Benvenuto, il 29 giugno. Nella denuncia compare anche il nome dell’amico di La Russa presente nell’altra stanza, che però per il momento non risulta indagato. Se la violenza sessuale viene compiuta da più di una persona il reato diventa violenza sessuale di gruppo, con una pena più grave.
Leonardo Apache La Russa si è difeso attraverso il suo avvocato sostenendo che il rapporto fosse consenziente. Ignazio La Russa invece ha diffuso una nota per commentare la vicenda in cui dice di avere «la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante». Nella stessa nota critica anche il momento in cui è stata presentata la denuncia: «Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne dà notizia – occupa questo tempo per rimettere insieme i fatti. […] Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua».
Le parole di La Russa sono state molto criticate per il fatto che ripropongono uno schema spesso usato per delegittimare le donne vittime di molestie e violenze sessuali, ossia quello che accusa la donna di aver denunciato “in ritardo”. Da tempo associazioni, movimenti femministi e gruppi che si occupano di violenza contro le donne spiegano che questa insinuazione serve a spostare l’attenzione e il discorso pubblico sulle presunte responsabilità della donna. «È per questo tipo di parole che tante donne non denunciano per paura di non essere credute», ha detto la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che ha definito «disgustoso che il presidente del Senato colpevolizzi una donna che denuncia una violenza».
Dopo le molte critiche, La Russa è intervenuto di nuovo dicendo: «Mi dispiace essere frainteso. Lo dico sinceramente. Io non accuso nessuno e men che meno la ragazza. Semplicemente, da padre, dopo averlo a lungo sentito, credo a mio figlio».
Nella nota La Russa aveva confermato anche di aver visto la ragazza a casa sua quella mattina, nella camera del figlio. Benvenuto, l’avvocato della ragazza, ha commentato la dichiarazione del presidente del Senato parlando con il Corriere della Sera: «Ora il presidente del Senato è testimone primario di questo processo. Non solo ha dichiarato che la ragazza era in casa sua, ma anche che era nel letto con suo figlio dove è finita non si sa come, visto che non si frequentavano assiduamente». Sul consumo di droga invece Benvenuto ha detto che «la cocaina è nota perché provoca eccitazione, non sonnolenza».
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