La prima volta di un borsone di lusso a Wimbledon
È quello ricoperto di loghi di Gucci di Jannik Sinner, che segna una nuova fase nella lunga e complicata relazione tra tennis e moda
Lunedì Jannik Sinner, tennista italiano tra i più forti al mondo e considerato uno dei giovani più talentuosi della sua generazione, è entrato nel campo del torneo britannico di Wimbledon con un borsone ricoperto di loghi di Gucci che non è passato inosservato. Il motivo è che Wimbledon, il torneo più antico e prestigioso del tennis, impone da sempre regole rigidissime sull’abbigliamento degli atleti, ed è la prima volta che uno dei partecipanti si presenta con un borsone di un marchio di lusso anziché con i soliti modelli sportivi rigorosamente bianchi.
Le collaborazioni tra case di moda e atleti con grande visibilità non sono una novità, anzi sono diventate sempre più frequenti negli ultimi anni, per esempio in sport come il calcio e il basket. Anche nel tennis ci sono da tempo esempi di atleti molto noti che hanno stretto accordi con aziende nel settore della moda di lusso: la stessa Gucci aveva avuto come testimonial Roger Federer e Serena Williams prima che si ritirassero. A detta di molti commentatori però non si era mai spinta quanto ha fatto quest’anno con il borsone di Sinner.
Da sempre chi gioca a Wimbledon può indossare solo abbigliamento e accessori bianchi e deve rispettare limiti molto precisi sul numero, la dimensione e la posizione dei loghi su borse, calzini e fasce. Gucci ha raccontato di aver lavorato con Sinner e con il Grande Slam, cioè i quattro tornei più importanti del tennis di cui fa parte anche Wimbledon, per produrre un borsone che avesse l’autorizzazione a entrare in campo.
– Leggi anche: Da quest’anno a Wimbledon le tenniste potranno indossare biancheria scura
Nella storia del tennis la moda ha spesso avuto un ruolo di rottura. Un esempio celebre è quello dello statunitense Andre Agassi, che si rifiutò di partecipare a Wimbledon tra il 1988 e il 1990 per via delle sue regole troppo rigide sull’abbigliamento, e in alcune occasioni giocò indossando pantaloncini di jeans e fasce per i capelli colorate che crearono molto scalpore. I jeans di Agassi furono “citati” da Serena Williams agli US Open del 2004, quando si presentò con dei lunghi stivali e un completo di jeans, che aveva appositamente chiesto a Nike.
In generale Williams indossò spesso completi firmati ed eccentrici mai visti sui campi di tennis, di volta in volta concepiti con gli sponsor per i singoli tornei, sollevando frequenti critiche tra i più tradizionalisti. Nel 2018 fece discutere una tuta nera molto aderente che indossò al Roland Garros, che gli organizzatori del torneo giudicarono inappropriata alla tradizione del club.
Contrariamente a questi casi, Sinner non ha mai mostrato di voler mettere in discussione la tradizione con scelte di stile provocatorie, e anzi al New York Times ha detto di essere molto legato alle tradizioni e al codice di abbigliamento di Wimbledon. Sinner però ha 21 anni e appartiene a una generazione di tennisti a cui viene chiesto sempre di più di essere presenti sui social network e di farsi conoscere come personaggi pubblici oltre che come atleti, diversamente da come avveniva fino a qualche anno fa. Le collaborazioni con le case di moda, oltre a essere molto redditizie, rientrano in pieno in questo approccio.
Come ha detto al Guardian Stuart Brumfitt, giornalista della rivista di tennis Bagel, diversamente da un tempo «i giovani giocatori sembrano consapevoli di come appaiono fuori dal campo». L’approccio alla moda dei tennisti più giovani, sostiene Brumfitt, sembra dividersi tra quello più legato alla tradizione e quello più orientato al futuro: secondo lui Sinner fa parte della prima categoria, quella della «vecchia scuola» come anche Roger Federer, uno dei tennisti più amati della storia di questo sport. Esempi dell’approccio contrario sono invece lo spagnolo Carlos Alcaraz, che si è presentato alle conferenze stampa con un cappellino alla pescatora, o l’australiano Nick Kyrgios che porta un doppio orecchino e indossa un paio di scarpe Air Jordan rosse che si cambia ogni volta prima di entrare in campo.
– Leggi anche: A Wimbledon non c’è più l’erba di una volta