Cosa sono le bombe a grappolo
E perché la decisione del governo americano di inviarle all'Ucraina sta provocando così tante polemiche
L’amministrazione americana di Joe Biden ha annunciato venerdì che per la prima volta invierà all’esercito ucraino forniture di bombe a grappolo, cioè armi giudicate estremamente efficaci dal punto di vista militare ma molto controverse per i possibili danni collaterali che provocano sulla popolazione civile, e che sono state vietate da una convenzione dell’ONU firmata da più di 100 paesi tra cui però non compaiono Stati Uniti, Russia e Ucraina.
Le bombe a grappolo sono già ampiamente usate nella guerra in Ucraina: le usano sia l’esercito ucraino sia, in misura molto più ampia e indiscriminata, l’esercito russo. In un’intervista a CNN Biden ha detto che la decisione di inviare bombe a grappolo all’Ucraina è stata «difficile» ma necessaria perché «gli ucraini stanno finendo le munizioni», e gli arsenali occidentali sono a corto di munizioni convenzionali. L’amministrazione americana ha anche annunciato che invierà all’Ucraina bombe a grappolo più efficienti di quelle attualmente in uso nella guerra e potenzialmente meno pericolose per i civili, ma questo non ha comunque placato le controversie.
Le bombe a grappolo (in inglese chiamate cluster bombs) vengono utilizzate a partire dalla Seconda guerra mondiale e sono dei contenitori che trasportano decine o centinaia di bombe più piccole, note anche come “submunizioni”. Possono essere sganciate da un aereo o lanciate da terra o da mare. Quando raggiungono un’altezza prestabilita, a seconda dell’area interessata che può essere ampia quanto diversi campi da calcio, si aprono e le bombe al loro interno si distribuiscono, “a grappolo” sull’area sottostante. Ci sono vari tipi di submunizioni ma quasi tutte sono progettate per esplodere al momento dell’impatto.
Il problema principale delle bombe a grappolo, e la ragione per cui sono così controverse, è che spesso un buon numero delle submunizioni lanciate non esplode, per esempio quando cade sulla vegetazione o su un terreno erboso, che non crea abbastanza impatto da provocare l’esplosione. Una volta terminato il conflitto, le submunizioni rimaste possono essere fatte esplodere accidentalmente da civili o veicoli di passaggio, o possono essere raccolte da bambini ed esplodere. Per questo l’uso, lo stoccaggio e il trasferimento delle bombe a grappolo sono vietati dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulle munizioni a grappolo del 2008, che è stata firmata da oltre 100 nazioni.
Non è del tutto chiaro quante siano le persone uccise o ferite dalle bombe a grappolo: in alcuni paesi come il Laos muoiono tuttora persone a causa delle submunizioni delle bombe a grappolo lanciate dagli Stati Uniti durante la guerra in Vietnam, quasi cinquant’anni fa. Circolano stime secondo cui più del 90 per cento delle persone registrate come uccise o ferite dalle bombe a grappolo sono civili, tra cui moltissimi minori. Queste stime, tuttavia, sono con ogni probabilità falsate dal fatto che gli eserciti non forniscono dati precisi sui soldati feriti o uccisi da determinate armi.
Un dato importante per capire quanto sono pericolose per i civili le bombe a grappolo è il cosiddetto “dud rate”, cioè il tasso a cui le submunizioni delle bombe a grappolo rimangono inesplose. Secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa tra il 10 per cento e il 40 per cento delle submunizioni non esplode una volta raggiunto il suolo, e rimane pericoloso anche ad anni di distanza. In particolare nella guerra in Ucraina entrambi gli eserciti hanno usato bombe a grappolo molto spesso risalenti all’epoca sovietica, che si stima abbiano un “dud rate” del 30 per cento circa.
Secondo il dipartimento della Difesa americano, le bombe a grappolo che saranno fornite dagli Stati Uniti all’Ucraina hanno invece un “dud rate” di appena il 2,35 per cento. Se questi numeri fossero confermati, significherebbe che i futuri danni alla popolazione civile sarebbero estremamente limitati (e che, inoltre, le bombe usate dall’esercito ucraino sarebbero molto più efficienti sul campo di battaglia di quelle usate dall’esercito russo).
Le bombe a grappolo che saranno fornite dagli Stati Uniti all’Ucraina sono in realtà “munizioni a grappolo”, nel senso che non sono bombe lanciate dagli aerei ma munizioni di artiglieria da 155mm che devono essere lanciate da terra con gli obici. Secondo il New York Times, gli Stati Uniti dispongono nel loro arsenale di due tipi di munizioni a grappolo: le M483, che contengono 88 submunizioni, e le M864, che hanno una gittata più lunga e contengono 72 submunizioni. Non è chiaro quale di questi due sarà inviato in Ucraina.
Non è ancora nemmeno del tutto chiaro come gli Stati Uniti siano arrivati a ottimizzare le loro munizioni a grappolo al punto tale da ottenere un “dud rate” di soltanto il 2,35 per cento. Sia le munizioni M483 sia le munizioni M864 sono state sviluppate per la prima volta decine di anni fa, e i test mostravano che entrambe avevano un “dud rate” molto più elevato. Il dipartimento della Difesa americano sostiene invece che siano stati fatti test più recenti, risalenti al 2020, che invece mostrano come il “dud rate” sia molto più basso. Questi test, però, non possono essere resi pubblici.
Alcuni esperti sentiti dal Washington Post ipotizzano che questo risultato sia stato ottenuto aggiornando le vecchie bombe a grappolo con dispositivi che ne aumentano la possibilità di autodistruggersi.
Questo “dud rate” di 2,35 per cento, benché molto basso, è comunque ritenuto inaccettabile perfino dalla legislazione statunitense, che vieta al governo di esportare armi che abbiano un tasso di fallimento superiore all’1 per cento. Per poter esportare le munizioni a grappolo in Ucraina, Biden ha dovuto firmare un’eccezione a questa legge.
L’amministrazione statunitense inoltre ha detto di aver ricevuto «garanzie scritte» dall’Ucraina sul fatto che le bombe ricevute saranno usate «con estrema cautela», che saranno evitate le aree civili densamente popolate e che alla fine della guerra saranno avviate operazioni di bonifica delle eventuali submunizioni inesplose.
Il governo ucraino chiedeva da tempo agli Stati Uniti l’invio di bombe a grappolo, pur essendo perfettamente consapevole dei danni che possono provocare sul suo territorio e degli effetti collaterali sulla popolazione civile. Il fatto è che la Russia sta già usando massicciamente bombe a grappolo ormai da mesi, e inoltre usa mine antiuomo e altri ordigni estremamente pericolosi che avranno conseguenze di lungo termine piuttosto pesanti sul territorio dell’est dell’Ucraina dopo la guerra. Secondo alcune analisi, già adesso ci sono aree del paese che sono di fatto inaccessibili a causa della gran quantità di mine e di submunizioni che si trovano sul terreno.
Alcuni esperti militari sostengono che le bombe a grappolo statunitensi, specie se effettivamente efficienti come sostiene il dipartimento della Difesa, potrebbero fornire all’Ucraina numerosi vantaggi militari, soprattutto nel tentativo di colpire le trincee in cui i soldati russi stanno difendendo le loro posizioni.