Threads sostituirà Twitter?
L'app con cui Zuckerberg vuole fare competizione a Musk è online: l'interfaccia è simile, ma molto dipenderà dall'algoritmo e dall'atmosfera
Nella notte tra mercoledì e giovedì i primi utenti hanno cominciato a scaricare Threads, la nuova applicazione sviluppata da Meta – l’azienda fondata da Mark Zuckerberg a cui appartengono anche Facebook, WhatsApp e Instagram – pensata esplicitamente per attirare le persone che cercano un’alternativa a Twitter per via della controversa gestione di Elon Musk. Threads per il momento è disponibile negli Stati Uniti e nel Regno Unito ma non nell’Unione europea, perché l’azienda deve ancora risolvere alcune questioni relative all’utilizzo dei dati personali da parte della nuova applicazione per attenersi alle normative europee in materia.
Nella pratica, l’interfaccia di Threads assomiglia moltissimo a quella di Twitter: si possono scrivere brevi post di massimo 500 caratteri – su Twitter sono 280 per le persone che non pagano per il servizio Twitter Blue – che alcuni utenti hanno già cominciato a chiamare “throots”. I post possono includere anche link, foto e brevi video della durata massima di cinque minuti e vengono mostrati uno dopo l’altro in un feed verticale, come succede da anni sulla maggior parte dei social network. Si può interagire mettendo “like”, condividendoli o commentandoli.
Al momento non esiste la possibilità di vedere soltanto i contenuti delle persone che si sceglie di seguire in ordine cronologico: come su Instagram negli ultimi tempi, il feed è gestito da un algoritmo che propone sia i contenuti degli utenti seguiti che quelli che, secondo lui, potrebbero piacere all’utente.
La principale caratteristica che dovrebbe rendere Threads diverso da Twitter è il fatto che l’app è stata sviluppata a partire da un protocollo decentralizzato. Semplificando molto, questo significa che in futuro dovrebbe essere possibile seguire su Threads gli utenti che hanno profili su altri spazi digitali decentralizzati come Mastodon, dove è possibile pubblicare post simili a Twitter senza dover dipendere da una piattaforma privata controllata da un’azienda. Meta ha però ammesso che questa funzionalità non è ancora pronta, come non è pronta su Bluesky, un’altra alternativa a Twitter che negli ultimi mesi ha attirato le attenzioni di appassionati di tecnologia e addetti ai lavori, e che però per il momento è aperta a un numero limitato di beta-tester e accessibile soltanto su invito da parte di qualcuno che ha già un profilo.
Il principale vantaggio di Threads è il fatto che è molto facile collegare il proprio account a quello di Instagram e ritrovare le stesse persone già seguite su quella piattaforma, dato che entrambe le applicazioni appartengono alla stessa azienda. La possibilità di non riuscire a ritrovare su altre piattaforme le stesse persone che si conoscevano su Twitter è una delle preoccupazioni più ricorrenti tra chi negli ultimi mesi ha cominciato a pensare di trasferirsi su un altro spazio digitale. In questo senso, il fatto che oltre 2 miliardi di persone abbiano già un profilo Instagram rende tutto più semplice.
Secondo Zuckerberg, soltanto nelle prime sei ore oltre 5 milioni di persone si sono iscritte a Threads. Alle persone che hanno Instagram sono arrivate notifiche per informarli che alcuni dei profili che seguivano hanno cominciato a pubblicare cose anche su Threads.
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Instagram e Threads sono connessi anche in altri modi: se si possiede un account verificato su Instagram, la verifica sarà automatica anche su Threads, ed è possibile pubblicare automaticamente i propri throot nelle Stories su Instagram. Inoltre, Threads usa lo stesso font e gli stessi riferimenti grafici di Instagram.
Il principale punto dolente sembra per ora essere l’algoritmo. Come scrive la giornalista Shirin Ghaffary su Vox, «azzeccare l’algoritmo è la principale sfida di Threads. Molti utenti si sono lamentati che il feed “For You” di Twitter mostrava loro troppi contenuti di utenti casuali che non interessava loro vedere e rimpiangono il feed cronologico che è stato per anni quello predefinito su Twitter. Ora bisogna vedere come gli utenti reagiranno al fatto che Threads mostra loro contenuti che pensa che vogliano vedere, e non solo quelli che hanno chiesto esplicitamente di vedere».
A questo si aggiunge il fatto che negli ultimi anni Meta è stata colpita da una forte crisi di credibilità e affidabilità per via di vari scandali relativi al suo modo di gestire i dati degli utenti, dallo scandalo Cambridge Analytica alle rivelazioni dell’ex dipendente Frances Haugen. Meta dice che Threads si baserà sugli stessi principi di tutela della privacy e moderazione dei contenuti di Instagram: tutti i profili appartenenti a minori di 18 anni saranno automaticamente privati nel momento dell’iscrizione, e chiunque può controllare chi risponde ai propri throot o cita il proprio profilo. È anche possibile filtrare specifiche parole per non vedere alcun post che le contenga, e si possono bloccare e segnalare gli account altrui. Inoltre, gli utenti bloccati su Instagram sono automaticamente bloccati anche su Threads. Rimane il fatto che negli anni gli algoritmi di moderazione dei contenuti su Facebook e Instagram hanno dimostrato di essere piuttosto fallaci, anche con conseguenze molto pericolose per gli utenti, quindi molti aspettano di vedere cosa succederà a questo proposito su Threads. Vari utenti segnalano già la presenza di account di estrema destra sulla nuova piattaforma.
«Threads dovrà convincere gli utenti che non è soltanto un posto affidabile, ma anche culturalmente rilevante. La magia di Twitter si basava sul suo essere un luogo in cui leader mondiali con un potere immenso, scrittori irriverenti, celebrità di prim’ordine e utenti di tutti i giorni potevano conversare tra loro sulle notizie del giorno. Affinché Threads ottenga lo stesso effetto, avrà bisogno di attirare utenti simili», aggiunge Ghaffary. Per ora personaggi pubblici come l’attivista per i diritti umani Malala Yousafzai, la cantante Shakira e il cuoco televisivo Gordon Ramsay hanno aperto un profilo, e YouTuber controversi come MrBeast e Jake Paul hanno già cominciato a pubblicare contenuti.
«Penso che dovrebbe esserci un’app su cui si svolgono conversazioni pubbliche tra più di 1 miliardo di persone. Twitter ha avuto l’opportunità di crearla ma non c’è mai davvero riuscita. Noi speriamo di farcela», ha scritto Zuckerberg sul proprio account Threads mercoledì. «Se Meta avesse lanciato questa app nel 2019 tutti avrebbero alzato gli occhi al cielo. La sua grande novità, dopotutto, è poter accedere con Instagram, suvvia. Per gli standard di Twitter sotto la gestione Musk, però, è quasi miracolosa», ha commentato il giornalista Casey Newton, uno dei primi utenti della piattaforma. «Leggere post illimitati gratuitamente? Su una rete robusta che non dà mai problemi? Su una piattaforma controllata da un solido team di moderatori dei contenuti, seguendo un elenco stabile di linee guida della community? Se la concorrenza è un’app in cui il fondatore considera “cisgender” un insulto, è facile distinguersi come un’oasi di calma e civiltà».
«La vera domanda è se la vecchia, polverosa Meta possa coltivare uno spazio che abbia un’aria festosa, dove si sceglie attivamente di passare il tempo rispetto ad altre piattaforme alternative», continua Newton. «Questa è una cosa che Bluesky, per esempio, ha capito bene: il software è semplicissimo, ma sembra che le persone che sono state invitate a usare l’app si stiano divertendo moltissimo. Il suo team ha saggiamente rallentato il ritmo degli inviti di nuovi arrivati nella speranza di mantenere l’atmosfera un po’ sciocca che l’ha definita finora e che personalmente mi porta a tornarci ogni giorno per vedere che dice la gente. Ma non è chiaro quanto Meta possa controllare l’atmosfera che si creerà su Threads».