Che cos’è il “risk management”
E come è possibile calcolare i rischi della propria azienda, e così tutelarsi, grazie a uno strumento di consulenza digitale
Tra gli aspetti non strettamente collegati alla produzione che le aziende, piccole e grandi, devono tenere in considerazione nella loro programmazione c’è il cosiddetto “risk management”, cioè la gestione del rischio. Si tratta di un insieme di processi attraverso cui le aziende prima valutano la probabilità che si verifichi un danno e successivamente cercano strumenti per evitare che succeda e, in caso negativo, per ridurne gli effetti.
Ci sono rischi con cui le aziende sono abituati a fare i conti praticamente da sempre. Sono quelli che derivano da cause fisiche esterne, come ad esempio gli incendi o i terremoti, o quelli legati all’attività in azienda, come gli infortuni sul lavoro. Vengono definiti “rischi puri”, e si differenziano dai cosiddetti “rischi speculativi”: questi ultimi riguardano la possibilità di perdere risorse in operazioni economiche e finanziarie che però possono anche portare a guadagni, come ad esempio il lancio di un nuovo prodotto o l’ingresso dell’azienda in un nuovo mercato.
I rischi puri, al contrario di quelli speculativi, possono essere “trasferiti”. L’azienda cioè può prendere delle contromisure che le garantiscano che, a fronte della sottoscrizione di una polizza, i danni conseguenti a un determinato rischio vengano coperti dall’assicurazione. Garantire questo tipo di copertura è infatti una delle attività delle compagnie assicurative. Oltre ai rischi che le assicurazioni coprono da sempre (come gli incendi), nel complesso mercato globale attuale ci sono molti altri rischi, talvolta non individuabili con facilità dalle aziende. Per esempio, è necessario tutelarsi nei confronti dei diversi passaggi della logistica (per quel che riguarda la consegna dei materiali, che possono rimanere “bloccati” a causa di conflitti, o altri problemi dei paesi di transito), ma anche dalla possibilità che vengano intentate cause civili contro l’azienda o che l’azienda stessa sia vittima di attacchi informatici.
Per aiutare le piccole e medie imprese nella gestione dei rischi puri Helvetia, una compagnia di assicurazioni svizzera che esiste dal 1858 e opera in Italia da più di 70 anni, ha creato uno strumento di consulenza. Si chiama Risk Insurance Compass (Ris.I.Co.): è un processo guidato da un agente di Helvetia, una consulenza utile non solo per identificare i rischi, ma anche per quantificare i vantaggi del trasferimento dei rischi stessi alla compagnia assicurativa.
Attraverso questo strumento è possibile comprendere quale sia il livello di protezione dai rischi puri posseduto in quel momento dall’azienda, anche confrontando le soluzioni di altre aziende dello stesso settore. Per farlo Ris.I.Co. utilizza lo storico data base che raccoglie informazioni archiviate da Helvetia in decenni di lavoro sul campo nella consulenza alle aziende.
L’analisi di Ris.I.Co si conclude con l’assegnazione all’azienda di un rating, cioè di un indice che va da 0 100, chiamato “Grado di protezione assicurativa”, che quantifica i potenziali rischi aziendali assicurati. Inoltre vengono individuate le aree di miglioramento, elencate per priorità. Un’azienda non ancora cliente Helvetia può così decidere di sottoscrivere polizze che possano aiutarla a gestire i rischi rimasti scoperti. Anche i clienti di Helvetia possono usare lo strumento, e comprendere meglio la propria situazione e optare così per dei miglioramenti.
Ad esempio Helvetia propone una polizza che protegge dai cyber risk, cioè il rischio di subire attacchi informatici. La polizza prevede il risarcimento delle spese sostenute dall’assicurato per il ripristino dei dati e della sicurezza della rete, nonché per le richieste di risarcimento derivanti dalle violazioni causate da tali attacchi. Si può estendere la copertura assicurativa anche a ulteriori garanzie, come ad esempio ai danni da interruzione dell’attività e al danno reputazionale.
Inoltre grazie a Ris.I.Co il cliente può periodicamente effettuare un controllo sul suo programma di trasferimento dei rischi (cioè sulla copertura assicurativa dei rischi stessi) e confrontare il proprio livello di protezione con quello delle altre aziende con cui è in competizione sul mercato (il cosiddetto benchmark di riferimento). Infine ai propri clienti Helvetia fornisce un’attestazione del livello di protezione assicurativa raggiunto, che l’azienda può condividere con i propri clienti, con i fornitori e in particolare con gli istituti di credito, per dimostrare la qualità dell’impresa anche nell’ambito della gestione dei rischi.