Le polemiche sul biglietto per la “Via dell’Amore”, nelle Cinque Terre
Da quando ha riaperto, passare per la strada pedonale a picco sulla costa ligure costa 5 euro: associazioni e sindaci non sono contenti
Negli ultimi giorni ci sono state polemiche fra i sindaci dei comuni che costituiscono le Cinque Terre, in Liguria, a proposito della “Via dell’Amore”, la strada pedonale che collega uno dei comuni, Riomaggiore, con la sua frazione Manarola. Stretta fra la scogliera e il mare, la strada è lunga circa 900 metri ed è conosciuta fuori dalla Liguria come “la strada più romantica del mondo”. Dopo 13 anni di chiusura dal primo luglio è di nuovo accessibile, ma per entrare bisogna fare un biglietto di cinque euro e gli ingressi sono limitati.
Il dibattito fra la sindaca di Riomaggiore e gli altri comuni riguarda le modalità con cui limitare il cosiddetto turismo di massa, e l’opportunità di farlo. Tra le altre cose evidenzia i diversi approcci alla gestione dei flussi turistici nelle Cinque Terre, che ogni anno portano milioni di persone a visitare paesini di poche migliaia di abitanti.
Gli ingressi alla Via dell’Amore sono contingentati a 30 persone ogni mezz’ora, obbligatoriamente accompagnate da una guida ufficiale incaricata di spiegare le caratteristiche naturalistiche e storiche della strada. È percorribile solo per i primi 160 metri partendo da Riomaggiore, a causa dei lavori di manutenzione che ancora non sono terminati. La strada era stata chiusa dal 2012, quando una frana ferì quattro turiste australiane. La riapertura del tratto rimanente è prevista per il 2024. Prima della chiusura per la strada passavano 870mila visitatori all’anno.
Le modalità della riapertura sono definite «sperimentali» dalla sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia. Non è la prima volta che si parla di limitare l’afflusso turistico alle Cinque Terre, che raggiunge numeri tali da essere difficile da gestire: se gli abitanti dei comuni sono circa 4.000, l’anno scorso ci sono stati 3 milioni di visitatori, e quest’anno se ne prevedono ancora di più.
L’iniziativa di Riomaggiore ha suscitato proteste abbastanza vivaci negli altri comuni. Le pro loco e altre associazioni per il turismo di Vernazza, di Monterosso e della frazione di Corniglia hanno avviato una campagna chiamata “L’amore vero non ha prezzo”. Sulle loro pagine Facebook si vedono post che mettono in risalto le bellezze locali escludendo volontariamente Riomaggiore e Manarola, e rivendicano la gratuità della visita: i tre paesi vengono descritti come «un museo a cielo aperto senza biglietto d’ingresso».
Le associazioni hanno anche inviato una lettera all’amministrazione del parco nazionale delle Cinque Terre, perché da quando ha riaperto la gestione della strada è cambiata: prima faceva parte del Sentiero Azzurro, che collega tutti i paesi della zona e a cui si può accedere con un biglietto di 7 euro e 50 chiamato Cinque Terre Card, gestito dal Parco nazionale. Ora però il tratto della Via dell’Amore riaperto è stato escluso dal Sentiero Azzurro, i biglietti per l’accesso alla strada non sono più gestiti dal Parco e i loro proventi sono destinati al Comune di Riomaggiore (e all’associazione che organizza le visite guidate).
Anche il sindaco di Monterosso, Emanuele Moggia, si è lamentato del fatto che il biglietto per la Via dell’Amore al momento non sia incluso nella Cinque Terre Card. Parlando al Corriere della Sera si è detto preoccupato della gestione autonoma del sentiero fra Manarola e Riomaggiore, perché potrebbe portare a una frammentazione della gestione del parco. Secondo Moggia, inoltre, non è giusto che la strada rimanga accessibile in maniera gratuita ai residenti, agli ex residenti e ai proprietari di seconde case del comune di Riomaggiore, ma sia invece a pagamento per gli abitanti degli altri paesi delle Cinque Terre.
Fabrizia Pecunia ha difeso la sua decisione dicendo che sarebbe impensabile concedere l’accesso ai 4.000 residenti dei comuni delle Cinque Terre per i 160 metri di strada aperti finora, ma non esclude la possibilità di concordare l’inclusione della Via dell’Amore nella Cinque Terre Card una volta che sarà aperta del tutto.
Già ad aprile Pecunia aveva detto a Repubblica che il turismo di massa ha un impatto negativo sulla popolazione delle Cinque Terre, che stanno perdendo residenti in modo simile a quanto successo in altre città turistiche italiane come Firenze o Venezia, anche a causa della trasformazione delle abitazioni in alloggi per gli affitti brevi: «Stanno diminuendo i residenti, diventa impossibile affittare una casa, stiamo perdendo l’identità culturale che ci ha portato a essere così apprezzati».
Nello stesso periodo sulla questione era intervenuto anche il sindaco di La Spezia, capoluogo della provincia in cui si trovano le Cinque Terre, proponendo già allora un numero chiuso per gli accessi al parco nazionale.
La conformazione della zona contribuisce a rendere difficile trovare spazio per le masse di turisti. Quelli delle Cinque Terre sono borghi a picco sul mare e con una costa prevalentemente rocciosa: proprio per questa loro conformazione però non hanno grandi spazi a disposizione, nemmeno per quanto riguarda le spiagge, e per quanto organizzati e abituati al turismo offrono necessariamente un numero di strutture ridotto. I numeri dei visitatori rendono complessa anche la gestione dei trasporti, che nella zona avvengono principalmente col treno. I vagoni e le stazioni sono spesso affollatissimi, creando disagi e rischi per la sicurezza.