Ci saranno probabilmente altri giorni “più caldi mai registrati” quest’estate
Al riscaldamento dovuto al cambiamento climatico si sono aggiunti effetti ordinari come El Niño e l'estate nel nostro emisfero
Martedì 4 e mercoledì 5 luglio sono stati definiti i giorni più caldi mai registrati, a pari merito. E già lunedì 3 luglio la stima della temperatura media globale aveva superato i record precedenti: gli ultimi giorni insomma sono stati i più caldi sul pianeta dal 1979. I dati del Servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti su cui sono basate le stime sono ancora preliminari, ma poco sorprendenti. Gli esperti avevano previsto che probabilmente nel corso di quest’estate sarebbero stati raggiunti record di questo tipo, e dicono anche che da ora alla fine di agosto ce ne saranno altri.
All’effetto del riscaldamento globale dovuto alle attività umane si sono infatti aggiunti due fenomeni naturali che causano un aumento delle temperature: l’estate nell’emisfero boreale e El Niño, quel periodico insieme di condizioni atmosferiche che avviene nell’oceano Pacifico ma influenza il clima di gran parte del pianeta. A giugno ne è cominciato uno nuovo e per quest’anno ci si aspetta un particolare aumento della temperatura media.
Tutti i record di questo tipo avvengono quando è estate nell’emisfero boreale, quello in cui si trova anche l’Italia, perché la temperatura superficiale ha variazioni più ampie sulle terre emerse che sugli oceani. Dato che ci sono molte più terre emerse nell’emisfero settentrionale rispetto a quello meridionale, è il primo a influenzare di più le variazioni della temperatura media globale. Le temperature medie più alte si registrano dunque durante l’estate boreale, quelle più basse durante l’inverno boreale.
Negli ultimi anni i valori delle temperature medie globali sono cresciuti progressivamente: nell’agosto del 2016 la temperatura media era di 16,92 °C; secondo le prime stime, lunedì di questa settimana era di 17,01 °C mentre martedì e mercoledì di 17,18 °C. Possono sembrare valori relativamente bassi, ma per interpretarli correttamente va ricordato che nell’emisfero australe siamo in inverno e che parliamo di una media.
La temperatura media globale giornaliera viene stimata utilizzando modelli computazionali, cioè simulazioni basate su grandi modelli calcolati con i computer, che sono usati per fare previsioni meteorologiche e si basano su tantissimi valori di temperatura misurati in giro per il mondo e da dati ottenuti dai satelliti.
Quando riferendosi alla temperatura si dice “mai registrata” si intende tecnicamente dal 1979 ad oggi: in quell’anno le tecnologie satellitari raggiunsero un livello tale da permettere misurazioni accurate. Si può andare però anche molto più indietro nel tempo grazie allo studio della climatologia, che si basa su dati di tipo diverso: per esempio quelli che si possono ottenere dai sedimenti marini, dai prelievi a grande profondità di ghiaccio dei ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide. Grazie alla climatologia sappiamo per esempio che per trovare un clima globale caldo come quello degli ultimi anni bisogna andare indietro di 120mila anni, al cosiddetto periodo Eemiano.
I record degli ultimi giorni sono stati rilevati dal sistema di previsioni meteorologiche della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia federale statunitense che si occupa di meteorologia. È un sistema che permette di produrre stime molto velocemente, già il giorno successivo a quello su cui si vogliono ottenere informazioni. È meno avanzato di altri modelli, come l’“ERA5” del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), ma solitamente quando si tratta di variazioni notevoli delle medie globali, i risultati dei due modelli sono coerenti.
Per ora l’ECMWF ha diffuso i propri dati relativi a lunedì 3 luglio e per tale giornata ha confermato il record. Sono diverse solo le stime della temperatura: per Copernicus due giorni fa è stata registrata una media globale di 16,88 °C, mentre il record dell’agosto del 2016 era di 16,80 °C. Le differenze con le stime statunitensi dipendono dai metodi leggermente diversi usati dai modelli computazionali e dai diversi insiemi di dati utilizzati. Sul fatto che siano giorni più caldi del solito sono comunque concordi.
📈 According to preliminary data from the #ERA5 dataset, the global average 2m #temperature reached 16.88°C on Monday, breaking the previous record of 16.80°C from August 2016.
Get the data 👉 https://t.co/V3rirrGxRD#Climate #ClimateChange pic.twitter.com/gwVEYxfPok
— Copernicus ECMWF (@CopernicusECMWF) July 5, 2023
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