Si sa ancora poco sulla bambina scomparsa a Firenze
Dopo quasi un mese le indagini non hanno portato a niente di concreto, neanche dopo l'ispezione dello stabile dove viveva
Cataleya Mia Alvarez, la bambina di 5 anni scomparsa a Firenze sabato 10 giugno, non è ancora stata trovata. Le indagini fatte fin qui hanno prodotto pochissime novità concrete: non si sa se sia viva, se possa essere stata rapita e con quali motivazioni, non ci sono notizie di suoi avvistamenti e dalle analisi dei video delle telecamere della zona non sono emersi indizi rilevanti. La procura di Firenze aveva aperto un’indagine per sequestro di persona a scopo di estorsione, ma al momento alla famiglia della bambina, che è di origine peruviana, non sono arrivate richieste di riscatto.
Domenica a Firenze c’è stata una piccola manifestazione nella zona dell’ex hotel Astor, la struttura occupata dove la bambina abitava con la famiglia e sgomberato lo scorso 17 giugno: hanno partecipato circa cinquanta persone, tra cui i genitori della bambina, che hanno protestato per l’assenza di sviluppi concreti e rivolto appelli a chiunque possa avere informazioni utili. «Ci hanno detto che non c’è ancora nessuna pista, vogliamo risposte dallo Stato italiano», ha detto il padre durante il corteo.
Secondo gli investigatori la bambina è scomparsa in un lasso di tempo di circa mezz’ora, compare per l’ultima volta in un’immagine di una telecamera dentro l’ex hotel alle 15:13. La madre era tornata a casa dal lavoro quel giorno intorno alle 15:45, senza trovarla. Nelle ultime immagini della telecamera la bambina usciva e rientrava nello stabile dal portone principale: c’è però anche un’uscita secondaria, non ripresa dalle telecamere.
Data la scarsità di elementi, all’inizio le indagini si erano concentrate sull’ex hotel, che si trova in via Maragliano, tra la zona di Novoli e quella di San Jacopino. Come albergo la struttura aveva cessato l’attività tre anni fa, ed era stata poi occupata a settembre del 2022 dal Movimento di lotta per la casa. Prima che fosse sgomberato, una settimana dopo la scomparsa della bambina, ci vivevano circa 140 persone, tra cui più di 30 bambini.
In queste settimane i giornali locali fiorentini hanno più volte descritto i rapporti tra i residenti all’interno dell’ex hotel come piuttosto complicati. Ci vivevano persone italiane, peruviane, marocchine, rumene e ungheresi. Gli altri abitanti del quartiere lo chiamavano «buco nero» e si lamentavano spesso delle frequenti risse e aggressioni, al punto che lo sgombero era già stato richiesto da alcuni politici locali nei mesi precedenti alla sparizione della bambina. Dopo lo sgombero l’ex hotel è stato approfonditamente ispezionato, ma al suo interno la bambina non è stata trovata.
Sembra che gli scontri nell’ex hotel avvenissero soprattutto tra la comunità rumena e quella peruviana per un presunto giro di affitti abusivi con cui veniva gestita la struttura occupata: dal momento che la famiglia di Cataleya Alvarez (anche nota come “Kata”) è di origine peruviana, per alcuni giorni diversi giornali avevano ipotizzato che la sparizione della bambina potesse avere a che fare con i rapporti complicati tra le due comunità. Finora però non c’è stata alcuna conferma, nemmeno dagli interrogatori ai genitori: sembra che nessuno avesse motivo di vendicarsi con loro per qualcosa.
Di recente è emersa una testimonianza secondo cui nel giorno della scomparsa, il 10 giugno, si sarebbero presentate all’ex hotel alcune persone che cercavano lo zio della bambina: ne hanno parlato molto i giornali, ma non è chiaro da chi provenga la testimonianza, né se abbia concretezza e se si possa considerare utile ai fini delle indagini.
Le ultime novità sul caso riguardano l’analisi dei video delle telecamere della zona e una presunta telefonata ricevuta dal padre della bambina.
L’analisi delle telecamere della zona non ha prodotto granché di significativo, per il momento: si sa solo che nella mezz’ora in cui si presume che la bambina sia scomparsa sono partiti da un’azienda adiacente all’ex hotel un furgone bianco e una moto. L’azienda è stata perquisita ma anche in questo caso senza risultati. L’altra novità invece riguarda il fatto che nel suo ultimo interrogatorio il padre della bambina avrebbe detto di aver ricevuto una telefonata dal Perù in cui gli veniva detto che la bambina era stata rapita per errore: non è chiaro chi fosse la persona che ha chiamato e se abbia realmente informazioni attendibili sul caso.