Il gruppo Wagner sta continuando a reclutare uomini in Russia
E il suo capo Yevgeny Prigozhin ha detto che presto tornerà a combattere in Ucraina, anche se molte cose non sono ancora chiare
Lunedì Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo Wagner, ha trasmesso su Telegram un audiomessaggio in cui ha lasciato intendere piuttosto chiaramente che il suo gruppo paramilitare non interromperà le proprie operazioni dopo la tentata rivolta armata del mese scorso: «Abbiamo bisogno di voi più di prima», ha detto. Prigozhin ha inoltre annunciato che i suoi mercenari torneranno a combattere in Ucraina: «Presto vedrete le nostre nuove vittorie al fronte».
Non è del tutto chiaro quando e in che modalità il gruppo Wagner potrebbe tornare sul fronte in Ucraina a combattere assieme all’esercito russo, soprattutto perché un intervento diretto del gruppo Wagner potrebbe entrare in contraddizione con i termini dell’accordo stipulato con il governo russo dopo la rivolta, in base al quale i combattenti dovrebbero integrarsi nell’esercito regolare russo oppure accettare di andare in esilio in Bielorussia.
Il Financial Times ha inoltre parlato con almeno un funzionario del gruppo Wagner, che ha detto che il reclutamento di nuovi combattenti è ancora aperto e perfettamente funzionante anche all’interno del territorio russo. Il funzionario ha detto che ci sono varie «posizioni aperte», comprese alcune nei reparti d’assalto del gruppo paramilitare, e che le operazioni di addestramento sono ancora attive e avvengono a Molkino, nel sud della Russia: durano tre settimane, poi si è inviati al fronte.
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Anche tenere aperto il reclutamento in Russia può essere in contrasto con i termini dell’accordo, perché tutti i combattenti del gruppo Wagner che non vogliono andare in esilio in Bielorussia dovrebbero entrare nell’esercito e firmare un contratto con il ministero della Difesa. Ma il reclutatore ha detto: «Non abbiamo niente da spartire con loro. Non avete visto la dichiarazione di Yevgeny Viktorovich [nome e patronimico di Prigozhin, ndr]? Non firmeremo nessun contratto con loro».
Gl audiomessaggi su Telegram sono da sempre il modo in cui Prigozhin comunica con il suo pubblico. Quello di lunedì è il secondo audiomessaggio uscito dopo la fallita rivolta armata, che Prigozhin ha inviato probabilmente da una località della Bielorussia (benché ci siano ancora alcuni dubbi sul luogo preciso in cui si trovi).
Nell’audiomessaggio Prigozhin ha giustificato ancora la sua rivolta armata, che lui ha definito «marcia per la giustizia», dicendo che aveva come obiettivo «combattere contro i traditori e mobilitare la società». Ha anche ringraziato tutte le persone che l’hanno sostenuto.
Ma nonostante i messaggi di Prigozhin, non è ancora chiaro cosa stia succedendo al gruppo Wagner. Non ci sono notizie precise su quanti combattenti si siano effettivamente trasferiti in Bielorussia, né sulle loro condizioni. Non è ancora chiaro nemmeno in che modo il ministero della Difesa russo stia facendo rispettare l’accordo stipulato con Prigozhin e come stia procedendo il processo di integrazione dei combattenti del gruppo Wagner che hanno accettato di essere integrati nell’esercito: anche su di loro, peraltro, non ci sono stime precise.
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