Forse potremo di nuovo visitare questo paese sommerso
Fabbriche di Careggine, in provincia di Lucca, si trova da 70 anni sotto il lago di Vagli, che l'anno prossimo dovrebbe essere svuotato
Nell’estate del 1994 centinaia di migliaia di persone, forse addirittura un milione, raggiunsero il lago di Vagli, in Garfagnana, una zona delle Alpi Apuane in provincia di Lucca. Enel aveva deciso di svuotarlo per fare manutenzione alla diga alta 92 metri costruita alla metà del Novecento. La ragione del richiamo eccezionale non era né la diga, né il lago: tutti aspettavano il momento in cui dall’acqua sarebbe spuntato il paese di Fabbriche di Careggine, sommerso da decenni. Arrivarono turisti da quasi tutti i paesi europei e alcuni anche da più lontano, dagli Stati Uniti, dall’Australia e dal Giappone. Molti degli abitanti dei due paesi intorno al lago ricordano ancora con nostalgia l’evento che portò un’inaspettata notorietà in un territorio lontano dai consueti itinerari turistici toscani.
Da qualche anno sindaci e politici locali cercano di convincere Enel a svuotare nuovamente il lago di Vagli per ripetere lo straordinario afflusso di persone che ci fu del 1994. Con un’eventuale campagna online e sui social network, dicono i sindaci, potrebbero arrivare ancora più persone rispetto a trent’anni fa.
Il primo tentativo ci fu nel 2021, ma non se ne fece nulla a causa della terza ondata della pandemia. Se ne parlò anche dall’estate scorsa a maggio di quest’anno, quando è stato firmato un decreto dirigenziale della Regione Toscana che ha rinviato definitivamente lo svuotamento del lago alla primavera del 2024. L’unico ostacolo che potrebbe impedire l’emersione di Fabbriche di Careggine è lo sviluppo della tecnologia che ha reso le operazioni di manutenzione più semplici, realizzabili senza dover ricorrere allo svuotamento completo del lago. Anche se Enel non ha ancora dato un parere definitivo sul piano in programma nel 2024, la prima conferma data dalla Regione è stata accolta con molto entusiasmo dagli amministratori locali.
Fabbriche di Careggine era un paese di una trentina di case di pietra, con una chiesa e un mulino. Venne fondato nel medioevo da un gruppo di fabbri ferrai provenienti dalla provincia di Brescia. Costruivano armi e utensili in ferro. Nel Settecento il duca di Modena concesse agli abitanti privilegi speciali tra cui soprattutto l’esenzione della leva militare per non interrompere la produzione, di cui c’era molta richiesta.
Nell’Ottocento il paese entrò in una fase di declino economico legato allo sviluppo industriale, che portò a un calo della domanda di ferro lavorato dagli artigiani. Molti fabbri ferrai iniziarono a dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento, e all’inizio del Novecento si iniziò a sfruttare il marmo, un’attività che diede un nuovo impulso all’economia della zona.
Tra il 1906 e il 1907 venne costruita una prima centrale idroelettrica sul fiume Edron. Nel 1941 la società elettrica Selt – Valdarno bloccò il corso del fiume per formare un bacino artificiale da 34 milioni di metri cubi di acqua per alimentare la centrale idroelettrica di Torrite. All’epoca non ci si preoccupava troppo delle conseguenze che questi progetti avevano sull’ambiente, sul patrimonio artistico e soprattutto sulla vita delle persone. Quando venne costruita la diga, i 146 abitanti di Fabbriche di Careggine furono costretti a spostarsi nei paesi vicini, Careggine e Vagli Sotto. L’acqua sommerse 31 case, la chiesa romanica di San Teodoro del 1590 e il cimitero. Oggi la punta del campanile si trova 45 metri sotto il livello del lago.
Nei decenni successivi il lago di Vagli venne svuotato quattro volte – nel 1958, nel 1974, nel 1983 e nel 1994 – per consentire a Enel di fare lavori di manutenzione alla diga e agli impianti. Anche se non è rimasto vivo nessuno degli abitanti costretti a lasciare Fabbriche di Careggine alla metà del Novecento, lo svuotamento del lago è un evento ancora molto atteso dalla popolazione: è un’occasione per tornare a camminare tra le strade del paese e di visitare case abbandonate.
Nel 2015 l’allora sindaco di Vagli Sotto, Mario Puglia, propose un progetto futuristico e ambizioso, forse troppo: l’idea era di costruire un’enorme cupola di vetro con cui coprire il paese sommerso. In questo modo sarebbe stato possibile avvicinarsi in barca e osservarlo dall’alto risolvendo il problema della visibilità limitata. Altri amministratori proposero di costruire un ascensore panoramico subacqueo. Anche l’idea di far immergere un sottomarino per turisti si rivelò infattibile perché molto costosa.
Il consigliere regionale del Partito Democratico Mario Puppa è stato sindaco di Careggine per 15 anni, dal 2004 al 2019. Nel 1994 era un giovane volontario a cui era stato affidato il compito di guidare la navetta con i turisti e preparare centinaia di panini ogni giorno al bar. «Ricordo molto bene quanta gente arrivò qui», dice. «Il prossimo anno ricorre il trentesimo anniversario di quell’evento e per tutti è una buona occasione per ripeterlo con risultati migliori in termini di affluenza. Ma dobbiamo farci trovare preparati».
Dovrà essere organizzata l’accoglienza dei turisti, la gestione di nuovi parcheggi e dei mezzi pubblici. La cosa più probabile è che la Regione nomini un commissario o comunque un referente chiamato a coordinare l’organizzazione dell’evento. Lo sforzo sarà notevole, ma gli amministratori locali la vedono come un’occasione per aumentare il turismo in un territorio considerato marginale.
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