Il Senato ha negato l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per l’accusa di diffamazione nei confronti di Carola Rackete
Il Senato ha negato l’autorizzazione a processare il senatore e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, indagato a Milano per diffamazione nei confronti della comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete. Con 82 voti favorevoli, 60 contrari e 5 astenuti, il Senato ha accolto la relazione della Giunta per le immunità parlamentari, che a febbraio si era espressa contro il processo a Salvini: il parere della Giunta non era però vincolante e doveva essere confermato dai senatori. Le accuse fanno riferimento a frasi pronunciate da Salvini nel 2019, quando era ministro dell’Interno.
Rackete era stata arrestata dopo aver violato gli ordini delle autorità italiane e aver portato la Sea Watch 3 nel porto di Lampedusa la sera del 29 giugno del 2019 per fare sbarcare i 40 migranti che erano a bordo della nave da più di due settimane. Il suo arresto non era però stato convalidato dalla giudice per le indagini preliminari di Agrigento.
Rackete aveva deciso di querelare Salvini in riferimento ad alcuni post pubblicati dal ministro sui social network e ad alcune dichiarazioni pubbliche, in cui l’aveva definita «sbruffoncella, fuorilegge, complice dei trafficanti, potenziale assassina, delinquente, criminale, pirata, una che ha provato a uccidere dei finanzieri e ad ammazzare cinque militari italiani, che ha attentato alla vita di militari in servizio, che ha deliberatamente rischiato di uccidere cinque ragazzi e che occupa il suo tempo a infrangere le leggi italiane e fa politica sulla pelle dei disgraziati».