E dentro al gruppo Wagner?
Da alcuni messaggi scambiati tra mercenari russi e persone a loro vicine sembra che l'interruzione della rivolta armata decisa da Prigozhin non sia stata presa troppo bene
A tre giorni dalla fine della rivolta tentata tra venerdì e sabato dal gruppo di mercenari russi Wagner contro l’esercito e il governo russo, ci sono ancora molte cose da chiarire sul futuro del gruppo e del suo leader, Yevgeny Prigozhin. Non si sa con certezza per esempio quale sia stata la reazione dei membri del gruppo alla decisione di Prigozhin di interrompere la «marcia» verso Mosca. Negli ultimi due giorni diversi giornali hanno cominciato però a raccogliere testimonianze di mercenari di Wagner che si sono detti frustrati e delusi per come è finita la rivolta.
Verso le 19:30 ora italiana di sabato infatti era arrivato l’annuncio dell’accordo che aveva coinvolto anche il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. I termini dell’accordo non sono chiari, ma si è parlato di una specie di esilio di Prigozhin in Bielorussia e lunedì sera il presidente russo Vladimir Putin ha detto che i mercenari avranno due possibilità: o licenziarsi da Wagner ed entrare nell’esercito regolare, o andare anche loro in Bielorussia come Prigozhin (non è chiaro nemmeno come avverrebbe questa specie di “esilio”, visto che Lukashenko è uno stretto alleato di Putin e in Bielorussia la Russia ha un’influenza enorme).
La prima ipotesi sembra a diversi analisti ed esperti di Russia piuttosto improbabile: «Da un lato ci sarebbero coscritti russi che non sono ben pagati, motivati o addestrati, dall’altro mercenari pagati molto bene a cui non interessa la catena di comando: come si fanno a unire?» ha detto a Sky News l’analista militare Sean Bell. La resistenza dei membri di Wagner a essere assimilati nell’esercito regolare – l’assimilazione era stata voluta e annunciata dallo stesso governo russo – potrebbe essere stata inoltre uno dei possibili motivi che avevano spinto Prigozhin a iniziare la «marcia» verso Mosca.
La delusione e la frustrazione per l’interruzione della rivolta sembrano essere confermate anche da diversi messaggi pubblicati su Internet da soldati del gruppo o loro sostenitori. I messaggi, che sono stati analizzati da alcuni media internazionali, si trovano perlopiù su chat di gruppo e canali pubblici su Telegram, app di messaggistica molto usata dal gruppo Wagner per la propria propaganda in questi mesi di guerra, e che di fatto è il suo principale canale di comunicazione.
Mark Krutov, giornalista di Radio Free Europe, ha avuto accesso a chat di gruppo private utilizzate dai parenti dei combattenti Wagner, e ha condiviso il contenuto di alcuni messaggi con BBC. «Sono stati semplicemente traditi. Mi fidavo di Prigozhin, ma quello che ha fatto è disonorevole», ha scritto una donna. «Non avrebbe dovuto farlo. Questo è puro tradimento», ha risposto un altro utente. In un altro messaggio visualizzato da BBC e pubblicato su un canale pubblico con 200mila iscritti, un uomo che sosteneva di essere un mercenario di Wagner ha accusato Prigozhin di aver distrutto il gruppo «con le sue stesse mani» e di aver «fregato tutti quelli che poteva».
In un altro gruppo è stata invece avanzata una tesi complottistica secondo cui la rivolta sarebbe stata organizzata dallo stesso governo russo in combutta con Prigozhin. Secondo questa tesi Putin avrebbe voluto testare in questo modo la fedeltà dei vertici militari russi, e in particolare del ministro della Difesa Sergei Shoigu, che nei mesi scorsi era stato più volte pubblicamente criticato e insultato da Prigozhin. È una tesi senza fondamento, e come ha sottolineato l’analista politico ucraino Volodymyr Fesenko, direttore del centro di ricerca Penta di Kiev, «se è stata messa in scena, a cosa è servita? A fare vedere a tutti quanto sia debole Putin? Ciò che è successo è stata un’umiliazione pubblica di Putin».
È comunque difficile dire con precisione quale sia stata la reazione dei membri del gruppo, che finora avevano mostrato grande unità attorno alla leadership di Prigozhin. Per avere informazioni in più bisognerà aspettare probabilmente ancora qualche giorno, capire meglio i termini dell’accordo che ha fermato la rivolta e le intenzioni dei mercenari sul proprio futuro.
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