Il governo israeliano ha approvato la costruzione di 5mila nuove case per coloni nei territori occupati della Cisgiordania
Lunedì il governo israeliano di estrema destra di Benjamin Netanyahu ha approvato la costruzione di più di 5.000 nuove unità abitative negli insediamenti in Cisgiordania, territori che Israele occupa dalla fine della Guerra dei Sei Giorni del 1967 e che la maggior parte della comunità internazionale ritiene che appartengano ai palestinesi.
La decisione è stata presa in seguito a una serie di episodi di violenza avvenuti in Cisgiordania tra i coloni israeliani e i palestinesi, e alle crescenti critiche degli Stati Uniti verso le politiche di insediamento di Israele, che vedono l’espansione degli insediamenti come un ostacolo alla pace con i palestinesi. Secondo un portavoce della sicurezza nazionale americana, questa decisione ostacola «la possibilità di una soluzione a due Stati e danneggia ulteriormente la fiducia tra le due parti».
Dalla sua rielezione lo scorso anno, il governo di Netanyahu composto da partiti nazionalisti e ultraortodossi ha promesso di estendere gli insediamenti in Cisgiordania. Secondo Peace Now, un gruppo israeliano anti-insediamenti, negli ultimi sei mesi sono state costruite 13.000 nuove case all’interno del territorio, circa il triplo di quelle costruite l’anno scorso.