La Corea del Sud diventerà più giovane
Da mercoledì il sistema tradizionale di calcolo dell'età delle persone usato finora verrà ufficialmente sostituito con quello standard usato in gran parte del mondo
Da mercoledì in Corea del Sud cambierà il sistema ufficiale di calcolo dell’età delle persone. In tutti i documenti verrà infatti adottato il metodo di calcolo dell’età anagrafica standard riconosciuto a livello internazionale e usato in gran parte del mondo: quello che fa coincidere un anno di età al compimento dei primi 365 giorni dalla data di nascita, e aggiunge un anno a ogni compleanno. Finora in Corea del Sud si usavano anche altri sistemi, creando spesso confusione su quanti anni avesse una persona.
La decisione di abbandonare questi sistemi per adottare il calcolo standard su tutti i documenti ufficiali era stata votata dal parlamento sudcoreano lo scorso dicembre. Il comunicato stampa del governo era stato intitolato: «La Corea del Sud diventerà più giovane!»; con l’entrata in vigore del nuovo sistema infatti tutti risulteranno avere uno o due anni in meno.
Finora il sistema di calcolo dell’età più utilizzato nel paese funzionava così: alla nascita i bambini risultavano avere un anno e poi compivano gli anni successivi il primo gennaio di ogni anno. Per esempio un bambino o una bambina nata il 30 giugno del 2022 avrebbe avuto un anno appena nata e avrebbe compiuto il secondo all’inizio del 2023: oggi avrebbe 2 anni mentre lo stesso bambino o bambina nel resto del mondo dovrebbe ancora farne uno. Un caso limite, secondo questo conteggio tradizionale, è quello di una persona nata in Corea del Sud il 31 dicembre, che secondo questo sistema di calcolo risulta avere due anni già due giorni dopo essere nata.
C’è poi un sistema a parte, che in Corea del Sud si usa per calcolare l’età in cui si comincia ad andare a scuola, si può bere alcolici o si può accedere al servizio militare, e che verrà mantenuto in questi e pochi altri ambiti: parte da zero al momento della nascita ma poi aggiunge un anno ogni primo gennaio. Questo sistema non è lontano da quello che usiamo in Italia per decidere quando bambini e bambine devono iniziare la scuola perché anche qui ci si basa sull’anno di nascita e non sull’età.
Per fare un esempio, quindi, una persona nata il 25 dicembre del 2002 ha 20 anni secondo il sistema internazionale, ne ha 21 secondo quest’ultimo conteggio e invece 22 secondo il sistema di calcolo tradizionale sudcoreano.
L’adeguamento al sistema internazionale di conteggio dell’età anagrafica era una tra le promesse fatte in campagna elettorale dal presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, secondo cui i sistemi tradizionali portavano «costi sociali ed economici inutili».
Questi sistemi di calcolo dell’età erano diffusi anche in altri paesi dell’Asia orientale, tra cui Cina e Giappone, dove però sono stati dismessi già da alcuni decenni. È piuttosto difficile ricostruire le origini di queste pratiche, ma si ipotizza che potessero avere a che fare col fatto di far coincidere l’inizio della vita col concepimento anziché col momento della nascita.
In Corea del Sud invece hanno continuato a convivere per decenni assieme al sistema di calcolo dell’età internazionale, che fu introdotto negli anni Sessanta, con tutta una serie di complicazioni. Come ha spiegato il Korea Times, spesso l’adozione di tutti questi sistemi contemporaneamente ha creato confusione nelle pratiche amministrative e in quelle mediche, compresa la somministrazione dei vaccini contro il coronavirus; in qualche caso ha portato a cause legali basate proprio sull’interpretazione dell’età delle persone coinvolte, che risultavano averne due diverse in base al metodo considerato.